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Vivere l'Unità senza chiusure

Incontro di Formazione

Giuliano Monaco

Nel mese di aprile, in uno degli ultimi incontri di formazione per alcuni gruppi aderenti alla Comunità nel centro Sardegna, il Responsabile Giuliano, ha sviluppato il tema Vivere l'Unità senza chiusure, suscitando grande interesse tra i numerosi partecipanti laici e consacrati, chiamati a fare un salto di qualità nella loro vita spirituale personale e comunitaria. Ecco le parti essenziali.

Gesù disse: Vieni e seguimi. Questa è la chiamata personale che Gesù, ogni giorno, fa a ciascuno di noi: tutti siamo importanti e ognuno di noi è prezioso ai Suoi occhi. Quelle persone normali, pescatori, contadini, padri di famiglia, sono state chiamate da Gesù per fondare e mettere insieme la prima Comunità sulla quale si poggia tutta la Chiesa. Su Pietro Gesù ha fondato la Sua Chiesa, dandogli l'incarico di guidarla pascendo le Sue pecore. Ognuno di noi, oggi, nei nostri gruppi e nelle nostre parrocchie, deve fare un salto di qualità: fidarsi di Dio, fidarsi di Gesù, essere certi che Lui provvederà ad ogni nostro bisogno e necessità e che quello che ci vuole dare ci basta e ci avanza. Lui sa ciò di cui noi abbiamo bisogno; smettiamola di pretendere di supplicare e pregare per avere il di più.

ultima cena

Negli Atti degli Apostoli ci sono le basi della prima Comunità Cristiana nata dalla Pentecoste, dall'effusione dello Spirito Santo, caratterizzata dal valore dell'amore nello stare insieme, infatti, vi leggiamo: Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere... con letizia e semplicità di cuore... (Atti 2,42-48). Che cosa significa, oggi, essere assidui nell'insegnamento? Ascoltare quello che dice la Chiesa, capirlo, valorizzarlo, interiorizzarlo. I discepoli ascoltavano Gesù che spiegava come vivere bene per arrivare al regno dei cieli. E' importante ascoltare anche l'insegnamento dei Responsabili in una Comunità, in un gruppo, per avere degli indirizzi e delle guide e poter seguire quello che vuole Gesù.

Che cosa significa vivere la frazione del pane? Oltre che mangiare e stare insieme, significa mettere tutto sullo stesso tavolo, come avviene in famiglia, dividendo i problemi e le difficoltà d'ogni giorno, le tristezze, le gioie, le ansie, e trovare le vie per poterle superare. Nella Comunità, dopo che metti sul tavolo i tuoi problemi esponendoli, essi vengono frazionati con i tuoi fratelli che diventano compartecipi, nella gioia o nel dolore, riguardo a quell'argomento. Ecco, allora, il soccorso dell'amore fraterno che sostiene e incoraggia.

Ma c'è ancora un'altra cosa importante che non bisogna sottovalutare, un invito di San Paolo: Gareggiate nello stimarvi a vicenda. Che cosa significa gareggiare? Non significa primeggiare, e né tanto meno voler rimanere indietro, non significa stare in disparte o da parte, nascondersi, scappare: questi sono altri modi per non affrontare i problemi. Significa piuttosto incitare, incoraggiare l'amore, la stima e dire con sincerità nelle nostre Comunità: Quanto mi piace stare con te! Sono felice, ti aspettavo o nella nostra famiglia: finalmente è giunta l'ora del pranzo per rivederti e stare con te! Questa è la famiglia, la Comunità! Stimo, Gareggio, Amo! Questi valori ci uniscono e formano l'Unità. Nella Comunità s'impara a crescere nell'amore e ci si sorregge l'un l'altro perché l'amore viene da Cristo, è Lui che ci sostiene e ci guida. Nella Comunità si condividono i dolori che, però, sono plasmati dall'amore. Dalla Comunità s'impara a testimoniare Gesù Risorto e si esce dal Cenacolo portando gli stessi valori imparati all'interno, per poi ritornare nella Comunità, Movimento, apprendendo attraverso i Seminari.

E nell'Amore si instaurano rapporti cordiali d'affetto e di Comunione guidata dallo Spirito. Il Papa chiese ai Movimenti di aprirsi con docilità ai doni dello Spirito Santo e aggiunse: Non dimenticate che ogni carisma è dato per il bene comune, cioè a beneficio di tutta la Chiesa! Ma la tentazione di molti Movimenti e anche di certi gruppi, è quella di chiudersi e di ripiegare in se stessi. Allora, se ci si ripiega su se stessi subentra uno spirito di protagonismo o di rivalità. Sempre il Papa, in un'altra occasione, chiese ai Movimenti di collaborare, di trovare la reciproca collaborazione tra di loro. Ciò si deve applicare all'interno dei nostri gruppi ma anche verso l'intero Movimento del Rinnovamento, invocando lo Spirito Santo perché metta in ogni gruppo del rinnovamento uno Spirito di Collaborazione e non di rivalità. Non collaborando con gruppi di appartenenza diversa si arriva quasi sempre a rompere i vincoli di Comunione e di amore. Rompere la Comunione significa smembrare lo Spirito, renderlo in qualche modo impotente, dividerlo, frantumarlo nella Sua potenza, mortificarlo!

Le vere Comunità restano in piedi se c'è la presenza dello Spirito Santo, l'amore di Cristo e del Padre, l'amore fraterno... Queste sono le vere Comunità che durano e di cui ci si può fidare. Che cosa vuol dire camminare nell'Unità senza chiusure? E' come se dentro un edificio a molti piani mancassero le porte... perché le porte sono segno di chiusura, off-limits, sono barriere. Siamo chiamati a vivere l'Unità senza chiusure perché Gesù è venuto ad abbattere le porte, i muri divisori, che sono quelli dell'inimicizia (Efesini 2,16-22). Così le Comunità, i Movimenti, i gruppi, si possono fondere, possono mettere al servizio i doni ricevuti in modo veramente ecclesiale; senza quelle porte si potrà circolare da cuore a cuore con scambi di dialogo e di ministeri.

Lo Spirito ci condurrà nell'agire... Sarà lo Spirito a fecondare e fondere i diversi cuori. Egli ci donerà la capacità di realizzare la fraternità, la libertà. Comunità e gruppi imparano, così, a stare insieme, a pregare insieme, a camminare insieme. E' essenziale conoscersi, frequentarsi per capire e utilizzare il patrimonio dell'altro. Così si riscoprirà il dono della reciprocità rinunciando alla superbia dei doni ricevuti. Impareremo, così, a comprendere le diverse esperienze ecclesiali e a risolvere le divergenze. Quello che vi dico vale per i Movimenti e i gruppi e, oggi, il Rinnovamento desidera intensificare questi rapporti di Comunione. Il Rinnovamento deve superare l'Ego, la tristezza dell'io, vedere l'altro non come un ospite ma come un fratello, anzi di più, come se stesso! E' lo Spirito che ci sta presentando l'altro, che ci permette di accoglierlo, di passare dall'io al tu!

La comunione, di cui tanto si parla nei nostri gruppi, non significa riunirsi come in una federazione, un club; la Comunione è un dono ricevuto da Dio anzi è il dono stesso di Cristo che muore per unire i lontani e prega perché i suoi rimangano uno (Giovanni 17,20-23).

Si deve arrivare a far diventare i nostri gruppi, le nostre Comunità, Scuole d'Amore, Scuole di Comunione! Questo significa principalmente insegnare a non considerare il mio fratello un estraneo, perché è un Figlio di Dio! Condividere con lui gioie e dolori, e non solo, preghiera, dialogo e rapporti fraterni; significa riconoscerlo come dono per me e per tutti; significa ricordarmi di portare i pesi gli uni degli altri. La Comunione è Amore, è Carità!

Gesù ha fatto una preghiera rivolta al Padre: Padre, ...che siano una cosa sola... (Giovanni 17,11). Questo non significa che si debba diventare un blocco unico, ma che maturi in noi, come Figli di Dio, come Comunità del Rinnovamento, uno Spirito unitario, non uniforme! Perché lo Spirito si esprime con modalità sempre nuove e ci impone di essere attenti alle esigenze diversificate dei fratelli, considerando i differenti stadi di crescita dei gruppi e delle Comunità.

comunione

Si può vivere la Comunione con qualunque Realtà, consapevoli di conoscere le nostre diversità! La nostra Comunità ha promosso diversi gesti di Dialogo e di Comunione verso gli altri Movimenti, verso le altre Confessioni Cristiane... Nel mese di gennaio, all'interno della settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani, abbiamo ospitato i fratelli della Chiesa Evangelica Battista e della Chiesa Greco-Ortodossa, vivendo un'intensa Comunione, pregando e dialogando insieme. Nei giorni precedenti e successivi noi siamo stati loro ospiti: quanta gioia, quanta sintonia, quanta accoglienza e rispetto! Si è pregato! La mano del fratello dell'altra Confessione ha stretto la mano di noi Cattolici. Queste sono le iniziative ispirate dallo Spirito Santo! Questo può avvenire se c'è veramente lo Spirito Santo! Anche al Rinnovamento nello Spirito Santo Sardo si è proposto di vivere un momento di preghiera insieme per essere una cosa sola: al primo posto ci deve essere la Carità, l'Amore fraterno al di là di ogni gruppo di appartenenza, poiché siamo tutti Figli di Dio, di un unico Padre, con l'unico Spirito Santo!

fiori

Si può voltare pagina nel Rinnovamento Sardo solo se ci ameremo gli uni gli altri, è il momento di gettare le fondamenta per impiantare la COMUNIONE! Sì, possiamo convergere nell'AMORE che ci unisce e ogni Comunità deve decidersi a trasmettere il vero Amore nello Spirito di Comunione.

Gesù ci ha insegnato che amare significa morire, ma a che cosa? A noi stessi, ai nostri peccati, alle nostre passioni, ai nostri idoli che sono tanti. Se io muoio, sto dando la vita. Ma significa anche che risorgo in Cristo e quindi posso dare il mio tempo nell'opera di Dio, nell'amare, nel collaborare, nel pregare, nel convertire! Cristo ha bisogno del mio cuore, del mio tempo, delle mie mani, dei miei piedi, che lavorano per Lui. Così si salva la Chiesa!

Portando questo messaggio fuori da questa sala e da questa chiesa, vorrei che non diceste si è parlato tanto di Amore e di Comunione, ma che avete visto e sperimentato l'amore di Gesù, avete compreso che c'è un Dio che ci ama personalmente e ci riempie del Suo Spirito, facendoci traboccare! Testimoniamo con il nostro impegno che Cristo è risorto e ha portato la gioia e la letizia come nella prima Comunità cristiana, dove molti altri si aggiungevano! Vogliamo che le chiese siano piene di persone traboccanti di Spirito Santo? Allora armiamoci di amore, carità, gioia e letizia nel Signore! Amen.

L'Incontro di Preghiera Settimanale

La prima Comunità Cristiana

Atti 2,42-48

Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere.

Un senso di timore era in tutti e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli.

Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno.

Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo.

Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.