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Maranà tha: Vieni, o Signore!

Convegno di Lode ed Evangelizzazione del 18 Gennaio 2009

Maranà tha: Vieni, o Signore! E' la preghiera che le prime Comunità Cristiane rivolgevano al Signore in attesa del Suo ritorno. Anche la nostra Comunità ha voluto riflettere su questo tema e pregare in tal senso, in occasione del Convegno di formazione svoltosi a Cagliari il 18 Gennaio 2009.

Il Gesuita Padre Carlo Colonna, Nunzio Langiulli, membro dell'Esecutivo della Catholic Fraternity in rappresentanza delle Comunità dell'Europa Meridionale, e Giuliano Monaco, Responsabile della Comunità, hanno sapientemente condotto i partecipanti ad apprezzare, gustare e conoscere, le realtà ultime della nostra vita nella speranza della Parusia del Signore, spesso ignorate o tralasciate. Sin dall'inizio del Convegno si è avvertita l'azione balsamica di comunione dello Spirito Santo, che ha fatto sentire la Sua presenza viva e potente nei cuori dei presenti, guidando l'andamento dell'intera giornata nella preghiera e armonizzando ogni cosa.

carlo

Padre Carlo Colonna, profondo conoscitore dei testi sacri, durante la sua relazione ha aiutato i presenti a contemplare, a viso scoperto, la luce che ci viene dal ritorno glorioso di Cristo ed ha evidenziato l'importanza di conoscere in anticipo quello che Gesù farà al Suo ritorno. Qui tace ogni pensiero ed ogni parola, - ha affermato Padre Carlo - perché entriamo nel regno ineffabile, in quello che Dio ha preparato per quelli che Lo amano. La Scrittura ne parla nell'Apocalisse e tutta la rivelazione di Dio tende a quel giorno: è il compimento di tutte le cose. Siamo chiamati a vivere nell'attesa della venuta di Cristo, perché la nostra vita terrena finirà con la resurrezione. Oggi viviamo in una società secolarizzata, che non sa riconoscere la Potenza che viene dall'Altissimo. E' urgente, perciò, annunciare che la nostra vita non termina in questa terra.

E' stata data la parola al Dott. Nunzio Langiulli che ha tenuto molto ad elogiare la particolarità e la bellezza della nostra Comunità... Sono molto lusingato oggi di essere tra voi nella Comunità Primavera... - sono le parole del Dott. Langiulli – ne avverto molto la freschezza... La vostra Comunità ha avuto il privilegio e la gioia di avere Simona, una grande maestra nella preghiera, nella lode, nella fede... e tante Comunità avrebbero voluto avere un tale esempio....

nunzio

Nell'affrontare la sua relazione, ha iniziato con l'affermare che il Rinnovamento Carismatico è una realtà davvero escatologica nel cammino della Chiesa, che ci aiuta a vivere nell'attesa, mentre intorno a noi c'è chi piange ed ha bisogno di consolazione. La chiamata del Signore può manifestarsi a noi in due modi, di cui uno è un dolce invito a seguirLo, come accadde ai pescatori che diventarono Suoi discepoli, la seconda è da considerarsi un fatto traumatico e sconvolgente così come capitò a Saulo costringendolo a porre una domanda sconcertante: Chi sei Signore? Così anche noi dovremmo analizzare come è avvenuta la nostra chiamata e capire che anche su di noi il Signore ha un progetto. Quanto è bello ed edificante trovare il Signore! Che grazia sconvolgente poter fare questo incontro come lo fece S. Paolo! Davvero è come trovare una perla preziosa.

Alla Comunità Primavera chiedo: – ha proseguito il Dott. Langiulli - hai trovato la perla nascosta, il tesoro? Questo tesoro nascosto, che è il nostro Gesù, si presenta a Paolo con una seconda domanda: perché mi perseguiti? E' la domanda di chi si trova improvvisamente di fronte ad una realtà inusitata, immensa ed inspiegabile. Anche noi siamo Suoi persecutori ogni volta che mettiamo il nostro io al primo posto e non siamo sottomessi alla legge dell'amore. Quando finalmente diremo: Sì, Signore, prendi tu le redini! e ci lasceremo andare, la nostra vita non potrà più essere come quella vissuta fino a quel momento, perché tutto sarà cambiato. Come a Saulo, il Signore ci mostra che cosa sarà la nostra vita, sapremo finalmente di aver trovato il tesoro nascosto, la perla preziosa. Davanti ad una tale esperienza può esserci una resa totale oppure un armistizio, perché c'è sempre qualcosa a cui si resta attaccati.

Ogni qualvolta noi non consideriamo spazzatura il nostro io, e non consideriamo che si tratta solo di un dono di Dio, noi siamo persecutori. Per camminare verso la meta finale siamo chiamati a indossare le vesti della luce e a gridare con Paolo: E' Cristo che vive in me!. Come Paolo, sforziamoci di correre protesi verso quel giorno glorioso, verso ciò che ci sta di fronte, il premio che Dio ci chiama a ricevere lassù in Cristo.

giuliano

Molto interesse ha suscitato anche l'insegnamento di Giuliano Monaco sul tema La grande attesa, durante il quale ha esaminato il brano delle dieci vergini che vanno incontro allo sposo e che riguarda tutti, gli atei ed i credenti, in quanto incontreranno il Signore allo stesso modo: si tratta di vedere da che parte ciascuno deciderà di stare. Le vergini stolte presero la quantità giusta di olio, necessario per un periodo di tempo immediato e limitato, mentre le sagge, illuminate, ne presero di più. Per il Signore dobbiamo essere pronti all'imprevedibile. Quando l'attesa si fece lunga e l'olio venne a mancare, le stolte chiesero alle sagge di dividere l'olio. Se le vergini sagge l'avessero fatto, anche le loro lampade si sarebbero spente, e nessuna di loro sarebbe entrata con lo Sposo: si tratta di una sapiente sottigliezza dello Spirito Santo.

Il Signore, ha continuato Giuliano, ci chiede: quanto olio c'è nel vostro cuore, avete scorte sufficienti per attendere il ritorno di Gesù ed essere riconosciuti come la sposa del Signore? Dobbiamo domandarci perciò, ha ribadito Giuliano, se la nostra vigilanza è attenta, saggia, o passiva. Quanti dicono di essere vigilanti e non lo sono, perché hanno perso la speranza nel ritorno di Gesù? E' la lampada accesa, che ci permette di essere riconosciuti dal Signore, ma anche noi, con la luce della lampada possiamo vedere se è veramente Gesù, Colui che ci accoglie. Giuliano ha terminato il suo accorato insegnamento parlandoci della perseveranza e della costanza: l'attesa, infatti, è basata su questi due elementi, se perdiamo il senso dell'attesa, perdiamo di vista il vero obiettivo, perché non sappiamo né il giorno né l'ora in cui il Signore tornerà.

Altrettanto significativa è stata la successiva relazione di Padre Carlo, il quale ha sostenuto che dobbiamo distinguere tre venute di Gesù: la prima nella grotta di Betlemme, la seconda, quella mistica, ed infine la venuta nella Gloria. Solitamente, però, si parla di venuta di Cristo solo quando avviene in modo sensibile e personale, quando cioè, avviene un fatto storico. La seconda venuta, anche se avviene nei cuori, non ha fondamento storico, è una venuta nello Spirito. Neanche la Sua resurrezione è un fatto storico, è un fatto che i credenti hanno creduto a seguito delle apparizioni dello stesso Gesù, come invece lo è il fatto che la sua tomba sia stata trovata vuota.

Nella terza venuta di Cristo invece, ci saranno tutte le caratteristiche di un fatto storico. Tutti lo vedranno, sarà una visione sensibile. Anche il giudizio universale, sarà un evento storico che avverrà nella terra: il bene ed il male verranno giudicati da Cristo sulla terra, perché Gesù è il giudice di tutti gli uomini. Ecco perché, il ritorno di Gesù, il suo stare a giudicare tutti, fa parte della verifica sensibile che Cristo ha detto la verità.

In quel giorno Gesù manifesterà tre atti: la Resurrezione, il Giudizio, l'Assunzione e le nozze. Quando Gesù ci resusciterà manifesterà la Sua potenza. Colui che giudicherà sarà la sapienza in persona. In un attimo, giudicherà tutti e manifesterà la Sapienza e l'Amore del Padre. Gesù consegnerà poi il Regno al Padre, il quale benedirà le nozze fra Cristo e la Chiesa. Si rivelerà il supremo attributo del Padre, quello di avere generato la figliolanza di Cristo a tutti gli altri. La manifestazione finale del Signore sarà l'esplosione degli splendori di Dio, la manifestazione della Sua gloria. Quanto è grande il nostro Signore!

La Parusia del Signore della vita ci farà fare il salto dalla morte alla vita. Il Dio della vita, è quel Dio che si glorifica nel comunicare vita. Il Dio della vita in cui non c'è morte, è colui che libera dalla morte e da la vita. Non verrà per redimere la vita resa schiava dal peccato, ma per dare pienezza alla vita dei giusti. Per i giusti, ci sarà una vita sociale nuova, ecco la separazione: ci sarà la grandiosa creazione di una vita sociale di santi, dove potremo gioire e cantare l'uno con l'altro. Dio ci darà la vita eterna e la massima rivelazione di chi sia il Dio Vivente. Quando Gesù ritornerà gioiremo senza fine perché la vita sgorgherà da noi, come un fiume. Regneranno solo la vita e la gioia, in eterno.

omelia

L'assemblea brillava di una luce nuova, rispecchiava la Gloria di Dio, soprattutto nella gioia e nell'esultanza durante i canti proposti dalla corale. La giornata si è conclusa con la Celebrazione della Santa Messa, degna cornice di una giornata ricca di insegnamenti che hanno nutrito la nostra fede e arricchito il nostro spirito. E' però sembrata trascorrere troppo velocemente, tanto è vero che è rimasto in noi il desiderio di proseguire e di perpetuare la comunione spirituale che accomunava tutti i presenti.

L'Incontro di Preghiera Settimanale