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Perseverate nell'amore fraterno

Convegno di Lode ed Evangelizzazione del 31 Marzo 2008

Il 31 marzo 2008, i Gruppi aderenti e i simpatizzanti della Comunità Primavera del Rinnovamento Carismatico Cattolico di Cagliari, riunitisi in Convegno, hanno condiviso una edificante giornata, soffermandosi a riflettere sul tema Perseverate nell'amore fraterno (Efesini 13,1).

P. Ignazio Melis, Ramon Campos e Giuliano Monaco i relatori invitati a guidare le meditazioni.

palco

Una sentita e partecipata preghiera di lode e adorazione, animata dai fratelli del Ministero dell'Animazione e sostenuta dalla Corale della Comunità, ha dato l'avvio alla giornata di spiritualità. Indimenticabili i momenti di profonda intimità con il Signore, vissuti nell'unità di intenti e nell'amore fraterno fra tutti i convenuti, sentimenti testimoniati dalle varie preghiere spontanee che si sono succedute nel corso della lode, provenienti anche dall'assemblea, che hanno contribuito a predisporre i cuori all'ascolto della Parola di Dio.

ignazio

In questo clima di raccoglimento, è stato invitato a prendere la parola il Cappuccino Padre Ignazio Melis, Consigliere Spirituale della Comunità, il quale si è soffermato sui versetti del Vangelo di San Matteo 6,19-21: ...là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore, dai quali emerge che siamo chiamati a cercare il vero tesoro, e non quello falso che il mondo cerca di propinarci. Per ottenere il vero tesoro dobbiamo affaticarci - ha affermato Padre Ignazio - con lo sguardo attento a scrutare che cosa vi è nel nostro cuore, per verificare sino a che punto la nostra vita abbia aderito alla chiamata del Signore e trascorra alla Sua costante presenza. Ciò per cui ci affatichiamo rivela quello che è il nostro tesoro. E' stolto colui che si affatica per il tesoro di oggi, perché è tesoro materiale. La gloria di Dio è il vero tesoro della vita e dell'eternità! Gesù ci domanda di farci dei tesori in cielo, perché qualsiasi tipo di tesoro terreno è destinato a non durare in eterno, verrà perduto e la nostra esistenza sarà inquieta. Viene allora spontaneo domandarsi, ha proseguito il relatore, come dobbiamo affaticarci e in che cosa possiamo investire qui in terra per avere un tesoro in cielo. E, a tal proposito, ci viene in aiuto San Paolo, il quale ci spiega come lui si affaticava per avere un tesoro in cielo: ...avete Cristo tra di voi, la speranza della gloria! E' Lui che noi predichiamo, ammonendo tutti gli uomini e istruendoli in ogni sapienza, per rendere ogni uomo perfetto in Cristo Gesù. Ed è per questo che io mi affatico e lotto con l'appoggio della Sua forza, che agisce in me potentemente (Colossesi 1,27-29).

folla

Quello di Paolo era lo stesso traguardo fissato per ogni pastore, per ogni Sacerdote, per ogni Gruppo di preghiera, per ciascuno di noi. Edificare gli altri, perciò, equivale a farci un tesoro eterno, perché a ciascuno di noi è data una manifestazione dello Spirito, dal quale ognuno di noi ha ricevuto dei doni che devono essere usati, anche con fatica, per la crescita di tutti i fratelli che, insieme, costituiscono il Corpo di Cristo. Un altro brano con il quale Paolo ci viene in aiuto, lo troviamo nella Lettera agli Efesini, dove l'Apostolo ci ricorda che il Signore ha istituito alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti e, ancora, vivendo secondo la verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa verso di lui, che è il Capo, Cristo, dal quale tutto il corpo, ben compaginato e connesso, mediante la collaborazione di ogni giuntura, secondo l'energia propria di ogni membro, riceve forza per crescere in modo da edificare se stesso nella carità (4,15). Ciascuno di noi non solo deve crescere, ma anche donare. Qualunque cosa otterremo nell'evangelizzazione dell'uomo, il nostro impegno rimarrà per tutta l'eternità e non avremmo sprecato la vita. Impegnarsi per il Signore è una vera lotta e, come S. Paolo, anche noi dobbiamo combattere con la forza di Dio, dobbiamo volgere il nostro sguardo non alle nostre forze, ben poco significative, ma verso Dio, che opera in noi con potenza. P. Ignazio ha concluso la sua ricca esortazione sottolineando l'importanza della preghiera per capire sempre meglio la Parola di Dio e la Sua potenza in noi, e citando ancora l'apostolo delle Genti laddove, in Filippesi 2,12-13, così esorta: Attendete alla vostra salvezza con timore e tremore. E' Dio, infatti, che suscita in voi il volere e l'operare secondo i suoi benevoli disegni.

Dopo alcuni canti di ringraziamento al Signore, per il dono della Parola proclamata attraverso le parole di Padre Ignazio, è stato invitato al microfono Ramon Campos, giovane laico della Costa Rica, impegnato nell'evangelizzazione che, con l'ausilio di alcune immagini proiettate sullo schermo ed un delicato sottofondo musicale, ha condotto l'assemblea ad immergersi nell'esemplare vita comunitaria degli Apostoli: Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli Apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere (Atti 2,42).

ramon

E' impossibile vivere la Chiesa senza fare un'esperienza di Comunità, ha affermato Ramon. Fare esperienza di Gesù Risorto è bello, però bisogna farlo con i fratelli. Ciò non si attua attraverso la carne. Noi, infatti, abbiamo un'unica verità, e questo è Gesù di Nazareth. Ci sono tante persone che, pur dichiarandosi cristiane, vivono tutti i giorni senza essere persone spirituali, pensando solo al denaro: non hanno tempo per Dio che, però, cercano quando arriva la malattia. La vita materiale è passeggera e il mondo non garantisce il cielo: è soltanto vanità. Neppure i politici sanno che cosa è la ricchezza di Gesù. L'unica ricchezza che conta è quella che viene dallo Spirito Santo, che vuole donarci tante grazie e benedizioni attraverso la preghiera e la catechesi. La prima Comunità Cristiana ci testimonia l'unione fraterna, l'unione nello spezzare il pane, l'unione nella condivisione. Osserviamo che in tali versetti viene usato il verbo erano. Eppure oggi molti dicono: sono io, tutto io… sono molto bravo perché io, sempre io, faccio tutto. Ma la Parola di Dio ci insegna quello che faceva ognuno degli Apostoli insieme agli altri fratelli.

Quando la Parola giunge a noi, vuole fortificarci nell'amore e nella carità fraterna. Fare esperienza da soli non serve: solo l'esperienza comunitaria ha senso, diversamente si va incontro all'anoressia spirituale. Infatti il Rinnovamento non è uno scheletro e neppure lo è la Chiesa. Certo, siamo in Comunità e abbiamo caratteristiche e doni diversi gli uni dagli altri, ma che cosa manca a tutti noi? Allo scheletro manca la carne, manca l'assiduità. Molti non vanno alla Comunità, partecipano solo ai Convegni, ma solo dopo essersi assicurati che il Relatore sia persona di fama internazionale, quasi il guaritore della situazione. Così facendo dimostrano di non aver capito nulla! Devono ancora fare tanta strada e riuscire a maturare in tal senso. Il Rinnovamento Carismatico è nato dallo Spirito Santo. Un Carismatico accoglie ciò che lo Spirito Santo gli suggerisce e lo condivide con i fratelli, diversamente vi è il caos e non l'ordine. Perciò, seguiamo i consigli che ci danno il Responsabile e la Guida Spirituale: sono persone che donano se stesse, che si preoccupano per le loro pecore; a loro non interessa il successo, ma solo il bene dei fratelli. Nella Comunità il braccio destro ha bisogno del braccio sinistro, il fratello della sorella: ecco l'importanza dei ministeri! Anziché cercare il proprio interesse, è necessario vivere ciò che Dio desidera nella Comunità, per la nostra salvezza. La vita in questa terra è solo temporale, ha ribadito Ramon, seppure molti si comportino come se dovessero vivere qui per sempre. Spesso siamo persone egoiste, gelose, non siamo contenti di quello che Dio ci ha donato. Vorremmo la macchina di lusso, belle cose a altro. Il Signore, invece, dice: ogni giorno ti darò il pane necessario.

corale

Oggi siamo qui per riscoprire la Resurrezione Pasquale, quella di Gesù a cui siamo uniti, perché siamo risorti insieme a Lui a vita nuova. E la Grazia della Conversione spirituale e comunitaria viene solo dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo! Solo in Dio possiamo scoprire la vera gioia, la vera felicità, l'eterna soddisfazione che solo Lui può dare. Guai a noi se prendiamo altre strade diverse da quella di Dio!

giuliano

Dopo un lungo applauso e alcuni canti, è stato invitato a prendere la parola Giuliano Monaco, Responsabile della Comunità, il quale ha esordito con un pensiero che trova la sua ispirazione nella S. Scrittura, quando afferma che nessuno ha un amore più grande di questo, dare la vita per i propri amici. (Giovanni 15,13). Ma questa, come egli stesso ha affermato, è una frase che spesso sentiva pronunciare, all'inizio del suo cammino comunitario dalla cara sorella ed amica, ora Serva di Dio, Simona Tronci. Questo versetto di San Giovanni, ha precisato Giuliano, esprime anche quel vincolo di amicizia totale che deve legare i membri di una Comunità, quel sentimento generato dall'amore di Dio, quel legame quasi sponsale che proviene dallo Spirito Santo e che lega i fratelli, quell'amicizia che dura in eterno, che Gesù stesso ci ha donato per primo chiamandoci amici, e che Simona aveva ben impressa nella propria vita, facendone uno dei pilastri portanti del suo cammino di fede. Simona diceva all'inizio dei nostri incontri: Io voglio offrire la vita per tutti voi. Lei pregava veramente per i suoi amici, per il Rinnovamento, per tutta la Chiesa!

Dopo il commosso ricordo di Simona, Giuliano ha ribadito l'importanza di un cammino comunitario, affermando che l'amore fraterno va costruito tutti i giorni, ma non possiamo costruire l'edificio se non ci sono le fondamenta ed i pilastri, costituiti da coloro che guidano la Comunità. Se non siamo edificatori dell'edificio di Dio, ha proseguito Giuliano, siamo solo spettatori, mentre invece siamo chiamati tutti ad essere protagonisti dello Spirito. Che cosa lega il fratello al fratello, mattonella a mattonella? IL collante è l'Amore! Gli amici terreni non hanno radici, mentre la radice dello Spirito dura in eterno. Gesù ci ha chiamati amici perché ha voluto accorciare le distanze tra Lui e noi e manifestarci il Suo Amore. Il Padre stesso ci ha inviato Gesù, il Suo Figlio, per abbracciarci e, per mezzo di Lui, consolare ciascuno di noi. E' questa la meraviglia! E' un grande onore essere chiamati amici dal Signore, e non più servi. L'amico vero ti è accanto sempre, in qualunque momento, ti puoi fidare di lui e non si tirerà mai indietro. Gesù ne sceglie pochi tra la folla. Insegna loro, li fa faticare e dice: venite e seguitemi. E nel Libro del Siracide leggiamo: Chi trova un amico trova un tesoro. Il tesoro non è quaggiù, ma lassù, è un tesoro che nessuno ci può rubare. I veri amici sulla terra sono coloro che pregano con te, che condividono gioie e dolori. Un grande amico che Gesù ha avuto al suo fianco è stato Giovanni, colui che ha appoggiato la testa al Suo petto, un testimone che non si è tirato indietro, l'unico degli Apostoli ad essere rimasto accanto al Crocefisso e a Maria. Gli Apostoli che perseveravano nella preghiera ed erano assidui nella frazione del pane, non erano solo del passato. La fraternità prosegue nel presente! Ma quanti in comunità oggi iniziano un cammino fraterno? E quanti sono coloro che si perdono nella strada come ha fatto Giuda? Noi dobbiamo realizzare la vita comunitaria per il Signore, con quell'amore che ci consente di guardarci in faccia l'uno con l'altro. Gesù ci chiama in continuazione! Ma noi ci facciamo trovare? In comunità molte volte andiamo quando ci fa comodo e non siamo perseveranti! Come si vive nella comunità?! Nella comunità si viene non solo per pregare, ma per dare amore, in base alla capacità di ciascuno. Solo se darai il massimo, potremmo dire che la chiesa sarà risuscitata.

pastorale

Giuliano, con grande slancio ed efficacia, ha continuato ad interpellare i presenti dicendo: avete il coraggio di spegnere la TV per spiegare in famiglia la parola di Dio? Ai giovani chiedo: perché fumi? Perché ti rovini? Non rovinare il tuo corpo!, dice il Signore! Cerchiamo di andare contro corrente rispetto alla mentalità del mondo, per realizzare il progetto d'amore di Cristo: che siano una sola cosa, come io sono con Te, Padre. Noi siamo e vogliamo essere costruttori di edifici spirituali fondati sull'Amore, e non di edifici di cemento. Come dice il Salmo 132, Ecco quanto è buono e quanto è soave che i fratelli vivano insieme! ...Là il Signore dona la Benedizione e la vita per sempre, la vita spirituale dura per sempre: è il passaporto per l'eternità! Se non c'è amore fraterno, non c'è apostolato: è come una cornice senza tela. Una comunità priva dell'amicizia dello Spirito Santo è già un fallimento, è cosa umana, e le cose umane si usurano. Ecco che ci vuole la formazione, la preghiera, l'amore, la perseveranza. Se circola in noi l'amore di Gesù, allora possiamo attendere il vento dello Spirito Santo, il cemento per la nostra comunità! Siamo chiamati a portare a termine il cammino intrapreso, ad essere fedeli a Cristo ed alla comunità, ad una vita di preghiera personale e di servizio, mettendo a disposizione della Comunità i doni spirituali ricevuti, per la crescita dei fratelli! Nel concludere la sua relazione ha affermato che lo star bene insieme è una anticipazione della vita eterna, ed ha esortato tutti ad una vita fraterna nell'amore, affinché ci possa essere apostolato e la Parola di Dio possa affondare le sue radici nei cuori di tutti gli uomini di buona volontà.

Giuliano ha poi invitato i convenuti ad unirsi a lui in una speciale preghiera, per presentare a Dio i fratelli del Pastorale di Servizio, i membri storici della Comunità che hanno detto fin dall'inizio, e chiedere per loro una nuova unzione dello Spirito Santo.

Un applauso scrosciante ha manifestato l'Amen proveniente da ogni cuore, a cui sono seguiti alcuni canti proposti dalla Corale della Comunità.

palco

Anche Ramon ha ripreso il tema dell'amicizia, affermando che siamo chiamati a vivere come fratelli nell'amore e nell'amicizia cristiana. Lo ha fatto intercalando alle parole il canto, che gli sgorgava dal profondo come una profezia, mentre arpeggiava sulla sua chitarra una stupenda melodia, quasi volesse accordare all'unisono le note di ogni cuore, affinché ciascuno ricevesse guarigione e abbondanza di grazie. L'amicizia è un ingrediente indispensabile nella vita comunitaria e lì deve trovare la sua naturale espressione, anzi, è quel collante di cui parlava Giuliano, che deve unire i vari tasselli della Comunità a qualunque livello. Perseverate nell'amore, nella fede, nella giustizia, ha esortato Ramon. Essere amici come lo furono i Discepoli di Gesù è stata un'esperienza difficile, ma è anche la nostra vocazione. Essere amici significa vedere nell'altro il volto di Gesù di Nazareth, ed il Pastorale, la testa del corpo comunitario, soffre quando ti allontani. L'amico vero è capace di mostrarti anche le sue ferite. Guardiamoci con sincerità tra noi, fratelli e sorelle! Siate capaci di specchiarvi nello sguardo del vero amico, senza nascondergli nulla. Non vogliate cambiare la scuola dello Spirito Santo che vi ha donato Simona e che prosegue attraverso le vostre Guide: rimanete fedeli a quell'amicizia che vi ha dato, con quella disponibilità e quell'amore che lei, vera innamorata di Gesù, sapeva manifestare. Dove posso condividere il mio amore, se non in una Comunità di amici? Lo Spirito Santo ci parla in modo potente e ci insegna che un vero amico lo riconosciamo quando abbiamo dello sporco in faccia e lui, non per giudizio ma per amore, ce lo mostra per il nostro bene. Un vero amico arriva quando il mondo ti pianta in asso. Nessuno vorrebbe vivere senza amici, anche se possedesse tutte le ricchezze del mondo. Un fratello non è sempre un amico, ma un amico è sempre un fratello. Essere amici nel Signore vuol dire scoprirsi, cercarsi, capirsi, vuol dire amarsi, soffrire gli stessi dolori, come diceva Simona nel suo canto. Questo deve essere un impegno che ci deve veder coinvolti attivamente, una volta che questo Convegno sarà concluso. Ramon, infine, ha esortato tutti a perseverare nell'amore, nella preghiera, nella partecipazione all'Eucarestia, perché questo mondo ha un nemico potentissimo che si prefigge lo scopo di dividere le Comunità.

La giornata di spiritualità, si è conclusa con la Celebrazione Eucaristica, officiata dal Cappuccino Padre Giovanni Usai il quale, commentando i brani della Scrittura che la Liturgia della Domenica in Albis ha proposto, ha affermato che siamo ancora nell'Ottava di Pasqua, e il Signore si manifesta a noi come ha fatto con gli Apostoli, salutandoci con quel Pace a voi! che guarisce ogni nostra ferita e ci riveste della potenza della Resurrezione. Ha sottolineato, inoltre, l'importanza di mettere in pratica la Parola del Signore, radicandola nella vita di tutti i giorni, per vivere il cammino comunitario insieme ai fratelli.

Nel Vangelo di Giovanni, oggi è già Pentecoste, ha affermato il Celebrante, perché Gesù soffia sugli Apostoli e dona lo Spirito Santo. Giovanni ci dice che oggi è possibile anche per noi ricevere lo Spirito Santo, lo Spirito che ci rende coraggiosi e ci aiuta a rimettere le offese ricevute, come diciamo nel Padre Nostro.

Beati saremo noi se, tornando nelle nostre case, saremo veramente capaci di mettere in pratica le esortazioni ricevute con tanta abbondanza.

L'Incontro di Preghiera Settimanale