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Sono venuto perché abbiano la vita

Convegno di Lode ed Evangelizzazione del 19 Novembre 2006

Un altro gioioso raduno Comunitario si è svolto il 19 Novembre 2006 a Cagliari con oltre mille persone. Si è meditato il tema tratto dal Vangelo di Giovanni 10,10 Sono venuto perché abbiano la vita.

un momento della preghiera di lode

Don Pino Giuliana e Don Gabriele Amorth, i Relatori che si sono alternati sul palco, guidati dal vero regista dell'incontro che è lo Spirito Santo, hanno tenuto delle catechesi ricche e profonde, che hanno toccato nell'intimo ciascuno di noi offrendoci una preziosa opportunità per esaminare la nostra vita di fede e per una riflessione profonda sulla nostra esistenza, facendoci gustare in abbondanza la dolcezza, la profondità, la sapienza, la verità, l'importanza, l'attualità, l'efficacia e la potenza della Parola di Dio. Il Convegno è iniziato con una fervida preghiera di lode, guidata dai fratelli dell'animazione ed accompagnata dalla Corale della Comunità. Sono stati momenti di intensa intimità con il Signore, in cui ciascuno ha potuto esprimere liberamente la propria riconoscenza all'unico Dio, lodare il Suo Nome Santo ed adorare la Sua presenza.

l'invocazione della discsa dello Spirito sopra don Pino Giuliana

In questo clima di raccoglimento, ha preso la parola Don Pino Giuliana, Responsabile della Comunità Famiglia di Nazareth nello Spirito Santo di Riesi, parlando di alcuni aspetti di estrema importanza per il cristiano d'oggi, chiamato a vivere la fede sia a livello personale che comunitario.

Don Pino ha sottolineato la necessità di rivestirci dell'armatura di Cristo per poter resistere alle insidie del diavolo citando la lettera agli Efesini 6,11; infatti, il vero credente lotta in una dimensione spirituale contro i principati e le potestà, i dominatori di questo mondo e, per vincere, è necessario indossare l'armatura di Cristo.

don Pino Giuliana durante la sua catechesi

Ma quali sono le armi che il cristiano deve impugnare? La corazza della preghiera, fondata sulla fede e sulla giustizia spirituale, che si esprimono e rendono testimonianza attraverso l'evangelizzazione. Oggi quasi ci si scandalizza quando si affrontano lotte e tribolazioni, ma noi siamo chiamati anche a questo e a resistere! In questo modo la fede si irrobustisce. A questo proposito ha indicato come esempio da imitare Simona Tronci, Serva di Dio. Guardando il volto e la vita di questa giovane ne è rimasto profondamente colpito: la sua fede così viva... è terribile sapere di dover morire da un momento all'altro, ma lei si affidò a Gesù completamente, infatti scrisse: Se guardo la tua croce Gesù, vedo solo il legno, se guardo dietro c'è un posto vuoto, la croce è l'ascensore per il regno di Dio...

Queste parole di Simona sconvolgono un po' tutti noi, il nostro modo di pensare, tutto terreno, mentre Lei era tutta proiettata e già partecipe, nella sua sofferenza terrena offerta, della Gloria di Dio, prima ancora di incontrarLo faccia a faccia.

Non possiamo nascondere la commozione che ci prende nel meditare il suo passaggio su questa terra, breve, ma intenso e profondo, quasi a volerci ricordare che siamo fatti per il cielo, e che possiamo iniziare a vivere il nostro Paradiso già qui sulla terra. A Lei, nostra piccola ma grande maestra, va il nostro grazie, lo stesso ringraziamento che rivolgiamo al nostro Signore per aver voluto farcene dono.

Quando si sopporta con pazienza la sofferenza - ha proseguito Don Pino - è una grazia di Dio, una chiamata, una scelta da parte Sua, ma lo Spirito elargisce anche la sapienza per comprenderne il significato, altrimenti il dolore sarebbe una cosa assurda.

Dopo alcuni canti di esultanza, è stata data la parola a Don Gabriele Amorth che si è soffermato sull'importanza e i significati che assume la Messa domenicale per il cristiano, evidenziando come questa non debba mai essere trascurata per la presenza stessa di Gesù, in modo particolare nell'Eucarestia.

don Gabriele Amorth durante la sua catechesi

Don Amorth ha insegnato, riprendendo le parole di Gesù: dove due o tre sono riuniti nel Mio nome, Io sono in mezzo a loro... Il Signore è presente e vivo ogni qualvolta ci si riunisce nel Suo nome. La Santa Messa è l'apice della Sua presenza. La prima Messa è stata l'ultima cena di Gesù con gli apostoli, così fa il sacerdote che riprende il sacrificio di duemila anni fa e lo perpetua. Ma quali sono gli scopi della Messa? La preghiera, l'adorazione, il ringraziamento (Eucaristia), la propiziazione, l'implorazione (desiderio di sacrificare qualcosa a Dio).

Don Gabriele ha fatto notare come la S. Messa è composta di due parti: la Parola di Dio e l'Eucaristia, dove abbiamo la presenza massima di Gesù: ...in verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita... (Giovanni 6,47-55).

Don Amorth ha ricordato, inoltre, quali siano le condizioni necessarie per potersi accostare all'Eucaristia: a) essere in grazia di Dio e, dunque, accostarsi spesso alla confessione, b) essere coscienti della presenza e della santità di Gesù al momento della Comunione (S. Paolo ci ricorda che chi mangia e beve indegnamente, mangia e beve la sua condanna), c) digiuno eucaristico. Infine indica un'altra condizione: d) la Carità. Se tu hai odio nei confronti di qualcuno, se hai rancore nel tuo cuore, è necessario che, prima, tu perdoni. Poi accostati alla Messa... Don Gabriele ha affermato: ...la Comunione non è un premio per i bravi, ma è cibo e medicina... E' lo stesso Gesù che ci dice di non essere venuto per i sani ma per i malati, cioè per noi peccatori. Più ti senti debole, misero, peccatore, più hai bisogno di Gesù, quindi della Comunione e, dunque, della Messa. La Comunione è parte integrante della Messa: quando noi ci comunichiamo, c'è già un pezzo di Paradiso che entra in noi. Con queste parole, Don Amorth ha concluso la sua testimonianza sulla Santa Messa: ...Siate furbi, andate spesso a Messa e comunicatevi... Il vero cristiano è chiamato a vivere in modo costante la Messa, che deve diventare l'atto principale della domenica: tutto è subordinato ad essa, sapendo che riponendo la fiducia in Cristo ed entrando nel Suo sacrificio, saremo trasformati! Nell'ultimo intervento, Don Gabriele ha parlato dei Novissimi evidenziati nel Catechismo della Chiesa Cattolica. La Morte: notiamo che i due momenti più importanti della vita sono il presente e il momento della morte, ma non dobbiamo avere timore... Con essa si arriva alla meta definitiva che non cambia più. Anche S. Paolo ebbe ad affermare: «...per me la morte è un guadagno...»

Molto significativa è la parabola del ricco epulone, dove il ricco vive nell'abbondanza ed il povero si ciba di briciole, ma quando entrambi muoiono, il primo va all'inferno e Lazzaro in Paradiso. Ecco l'importanza del vivere bene in questo periodo di prova, che per il cristiano equivale al vivere sulle orme di Cristo. Se la vita è solo un tempo di prova, di fedeltà verso Dio, allora domandiamoci: perché siamo così attaccati alle cose del mondo? Dio ci ha creati per il Paradiso, ma che cosa stiamo lasciando dietro di noi, durante questo percorso, il bene o il male?

Il Giudizio: dopo la morte arriva il giudizio! I santi non erano preoccupati della morte, ma del giudizio. Oggi esiste tanta cattiva coscienza, il senso dell'onestà è andato perduto, eppure questo è ciò che conta di fronte a Dio! S. Paolo esorta: «...non conformatevi alla mentalità di questo mondo...», dunque tu, cristiano, devi saper andare contro corrente! Ma su che cosa saremo giudicati? Pensieri, parole, opere, omissioni, ognuno raccoglierà ciò che ha seminato. E' importante, quindi, confrontarsi spesso con la volontà di Dio, sapere con chiarezza che le nostre azioni sono in armonia con la Sua volontà. Con Dio non si scherza, il suo giudizio sarà inesorabile! L'inferno: chi ha creato l'inferno? Don Amorth ci racconta che nel corso dei suoi esorcismi, spesso è emerso che tutti noi siamo gli artefici dell'esistenza dell'inferno. Dio non ci aveva neppure pensato, non era nei Suoi piani né la morte, né la fatica, né il peccato, né l'inferno... e, pertanto, è l'uomo stesso che si è escluso dalla comunione col Padre rifiutandone l'amore misericordioso.

i presenti attenti alle parole di don Gabriele

La Madonna stessa ci insegna: ...Gesù mio, preservaci dal fuoco dell'inferno.... E' necessario vivere in un continuo stato di grazia, ed il terrore dell'inferno ci deve far avere orrore del peccato. L'inferno esiste, ma a tutti Dio dà a possibilità e la grazia per salvarsi e, perciò, rinunciamo alle seduzioni del maligno ed aggrappiamoci alla Croce, ai Sacramenti, alla Chiesa, alla Preghiera, alla Comunità, alla Misericordia di Dio che è così grande, all'Amore di Dio che è così smisurato, e non avremo a pentircene. Il Paradiso: il Catechismo dice che per Cielo si intende lo stato di felicità suprema e definitiva, è partecipare alla stessa gioia di Dio. Lo stesso apostolo Paolo annota: ...lingua umana non può esprimere ciò che Dio ha creato per coloro che lo amano... L'Adorazione Eucaristica è seguita all'intervento di Don Gabriele.

La processione col Santissimo in mezzo all'assemblea è stata accompagnata da canti di lode e di adorazione. Il Signore ci ha insegnato che ognuno di noi ha un posto pronto accanto a Dio, viviamo in modo esemplare e facciamo sì che quel posto non resti vuoto, in modo che la nostra gioia sia piena.

l'Arcivescovo di Cagliari durante il suo intervento

Il Signore ha voluto benedire il nostro Convegno anche con la presenza del nostro Arcivescovo, S.E. Mons. Giuseppe Mani che ha preso spunto dal tema del Convegno Sono venuto perché abbiano la vita, sottolineando l'importanza e il grande valore di questo messaggio ed i motivi per i quali Gesù è venuto per noi.

Certamente la caratteristica fondamentale del cristiano è la vita. Egli è chiamato alla vita, a portare la vita soprattutto in un mondo in cui esistono anche i venditori di fumo, coloro che approfittano delle debolezze altrui, che spacciano per buono e per felicità ciò che non lo è, con una conseguente morte dell'anima oltre che del corpo.

l'Arcivescovo di Cagliari S.E. Mons. Mani Accoglienza a S.E. Mons. Mani da parte del Responsabile Giuliano Monaco

Ma il Signore porta la vita! E' Gesù dono di vita, portatore di speranza. Tutto passerà in questo mondo, ma una cosa durerà per sempre: la Carità e tutto l'amore costruito quaggiù. Che cosa resterà di ciascuno di noi? Il bene che abbiamo fatto. S.E. Mons. Mani, a conclusione del Suo messaggio, ha ringraziato la nostra Comunità per l'impegno profuso in tanti anni al fine di conquistare altri fratelli a Cristo e alla Chiesa e, nel rinnovarle la Sua stima, ha esortato tutta la Comunità a proseguire il cammino di fede e di evangelizzazione con rinnovato slancio, per far fronte ai pericoli della secolarizzazione.

Con la Celebrazione Eucaristica presieduta da Don Amorth si è conclusa questa stupenda giornata, tempo di grazia che il Signore ha voluto riservare ad ogni partecipante.

Grazie Signore, perché alla fine di questa giornata, hai lasciato nel nostro cuore la gioia del Risorto, ed è con questa gioia che desideriamo aderire alla chiamata del Dio d'Amore che la nostra Simona, con la sua vita e le sue canzoni, ha voluto testimoniare.

L'Incontro di Preghiera Settimanale