Lo voglio, guarisci!
Convegno di Lode ed Evangelizzazione del 28 Gennaio 2018
Dopo le celebrazioni per il 40° Anniversario della Comunità vissute nell'autunno scorso, è stato un grande motivo di gioia poterci ritrovare insieme Domenica 28 Gennaio 2018, in occasione del Convegno durante il quale sono stati relatori il Dott. John Bonnici, Responsabile della Comunità “Maranathà” di Malta e Padre Ignazio Melis, Consigliere Spirituale della Comunità. I partecipanti, già al loro arrivo nella sala, sono stati subito catturati dalla scritta del tema esposta sul palco che, a grandi caratteri rossi, riportava il tema della giornata “Lo voglio, guarisci!” (Mc 1,41). Dinanzi ad una tale dichiarazione così personale, ciascuno ha potuto avvertire tutta l’ampiezza, l’altezza e la profondità dell’amore che Dio gli aveva riservato. Si respirava un’aria frizzante, carica di attesa e di trepidazione per le sorprese e le meraviglie che il Signore avrebbe mostrato durante il raduno.
La prima relazione sul tema “Ti ho amato di amore eterno” (Ger 31,3-9) è stata svolta dal Dott. John Bonnici, già noto ai presenti per la docilità con cui si lascia usare dallo Spirito Santo.
L’amore non ha motivazioni, ha affermato John, non ha un perché, in quanto la logica di Dio è basata sulla gratuità. Non è che Dio prende la decisione di amarti, perché Lui è Amore. Anche quando ci corregge è Amore. Dopo aver citato alcuni versetti della Sacra Scrittura che esprimono l’infinito amore di Dio nei confronti del popolo di Israele, John ha così proseguito: se tutta la Sacra Scrittura potesse mettersi a parlare insieme e racchiudere tutto ciò che essa contiene, essa annuncerebbe solo questo:“Dio vi ama!”. Si tratta di un amore che trova le sue radici nell’eternità e che si è manifestato nel tempo, attraverso gesti concreti che costituiscono quella che noi oggi chiamiamo storia della salvezza. Dio, però, non si è accontentato di parlarci del Suo amore attraverso intermediari, per interposta persona. La manifestazione più completa dell’amore di Dio è stato il dono di Suo Figlio all’umanità intera. Non c'è amore più grande in cielo se non Gesù Cristo. Lui solo è la Via, la Verità e la Vita. Nessuno di noi può andare in Cielo se non ha un rapporto personale con Gesù. E Gesù non si è limitato a parlarci dell’amore di Dio: egli è l’amore di Dio per noi! Un amore che si è manifestato fino all’estremo: “Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine” (Gv 13,1). Cari fratelli, crediamo veramente che Dio ci ama? Ha chiesto John. Se ci credessimo veramente, tutto, la nostra vita, le cose, noi stessi, gli avvenimenti, tutto si trasfigurerebbe davanti ai nostri occhi. Sarebbe il paradiso in terra, se il paradiso è gioire e vivere dell’amore di Dio.
Ma, se davvero abbiamo l'amore di Gesù in noi dobbiamo cambiare la nostra vita. Se vogliamo conoscere Dio, dobbiamo guardare Gesù. Come possiamo amare Gesù se non lo conosciamo nelle Sue Parole della Bibbia? Non abbiate paura, ritornate al cuore di Dio, all'amore senza condizioni, sicuri che, quando noi siamo lontani da Lui, Egli ci viene in soccorso con la Sua grazia. Lasciamoci perciò coinvolgere da questa esperienza di amore da parte di Dio, non abbiamo paura, accogliamo con fiducia questa buona notizia che Dio ama me, così come sono, qui e ora.
Dopo alcuni canti di gioia, durante i quali ciascuno ha potuto lasciarsi avvolgere e abbracciare dall’amore di Dio, è intervenuto Padre Ignazio Melis, che si è soffermato a riflettere sul tema “Il padre lo vide e, commosso, gli corse incontro” (Lc 15,20), mettendo in rilievo diverse sfumature del brano evangelico del Padre Misericordioso. Il Padre lascia andare il figliol prodigo per la sua strada manifestando, già attraverso questo gesto, una delicata dolcezza che influirà, poi, sulla decisione del ritorno. Alla visione del figlio, che vede ancora in lontananza perché scrutava continuamente l’orizzonte, lascia la casa e va incontro al figlio. Ci si sarebbe aspettati un rifiuto ma, invece, il Padre ne ha compassione al vederlo nelle sue condizioni e gli offre accoglienza. Non ha mai cessato di vederlo come suo figlio, poiché l'amore di Dio è amore di padre e di madre.
L'Evangelista dice "gli corse incontro"… Avrebbe potuto aspettare il suo arrivo a casa ma, piangendo, corre verso il suo figlio tanto amato, seppure molto sporco e impuro. Il Padre accetta l'impurità del figlio, lo bacia, quasi a volergli comunicare il suo respiro, e lo abbraccia a tal punto che non volevano staccarsi l'uno dall'altro. Il figlio inizia a riferire sulle sue malefatte, ma il Padre non lo lascia finire e lo abbraccia, lo perdona, lo accoglie, senza dimenticare il figlio maggiore, seppure geloso di vederli assieme. Il padre, figura e immagine di Dio, si rallegra molto perché uno dei suoi figli è stato ritrovato. La gioia di Dio, infatti, può essere sincera anche in mezzo ai dolori, ai disordini dei Suoi figli. Questa Parabola ci viene data, ha continuato Padre Ignazio, perché anche noi diventiamo come il Padre nella nostra vita quotidiana. Ogni persona deve diventare madre e padre per gli altri. Auspichiamo di essere non solo il figlio da perdonare, ma anche colui che offre perdono e compassione. Ciò che siamo chiamati a realizzare è di riconoscerci figli amati da Dio, destinati ad occupare il posto di nostro Padre.
Questa parabola vuole delineare anche la generosità di Dio, ha concluso Padre Ignazio: dare tutto ai figli è un tratto dell'amore di Dio, e anch’io devo diventare come Lui, generoso e capace di dare me stesso ai fratelli.
Molto significativa è stata la testimonianza di un membro della Comunità Carismatica “Maranathà” di Malta, il giovane Brandon che, con semplici parole, ha voluto esprimere tutta la gioia di aver conosciuto l’amore di Dio nella sua giovane età. Ora è Lui il suo unico sostegno e l’insostituibile forza per affrontare le sfide della società odierna e poter essere gioioso testimone del Vangelo.
Dopo la pausa per un pasto frugale, è seguita la recita del Santo Rosario e la preghiera di lode, accompagnata da alcuni canti festosi.
Successivamente è intervenuto il Presidente della Comunità Dott. Giuliano Monaco, che ha esordito con questa esclamazione: Carissimi, che belle parole abbiamo ascoltato durante la preghiera, e che belle esortazioni che ci hanno dato sia John sull’Amore di Dio, sia Padre Ignazio sul perdono e la Misericordia attraverso la Parabola del Figliol Prodigo! La logica di Dio è l'Amore! Dio è Amore e da Lui fuoriesce Amore e si diffonde solo Amore! E Lui è vero Padre e vera Madre che ci Ama. Non ha preferenze se tu sei inglese, francese, americano o italiano… se sei il figlio minore o quello maggiore… Lui ama tutti indistintamente! Non ha permesso che il peccato di Adamo ed Eva rovinasse per sempre la sua relazione di Amore con l’umanità e, così, pensò di mandare il Suo Figlio affinché si facesse carico dei peccati e li cancellasse sulla Croce! Gesù ci ha redento con il Suo Sacrificio d’Amore! L’Amore di Dio è così grande che non ci toglie la libertà di scegliere … di lasciarci amare …ma anche di poter peccare. Il peccato fa soffrire chi lo compie, ma fa soffrire anche chi lo riceve o chi lo osserva dall’esterno.
Nonostante la nostra scelta sbagliata Dio aspetta per un certo periodo che noi figli ci fermiamo per pentirci, per disporci alla preghiera e fare l’inversione di marcia per ritornare da Lui, il Padre dei Cieli. Il figlio maggiore avrebbe voluto che il Padre punisse il piccolo, il minore, ha detto Giuliano, ma ritengo che ci siano stati due motivi essenziali per i quali il Padre non l’abbia fatto: per prima cosa il figlio minore si era già punito da sé: era finito in disgrazia e non gli era rimasto alcun denaro, si era persino ridotto a mangiare tra i maiali. L’altro motivo è questo: Dio è Amore… e l’Amore ha un valore più alto della punizione… soprattutto dinanzi ad un pentimento sincero. Ciò che Dio fa per noi e che ci dona, sono gesti dettati soltanto dall’Amore che ha per i Suoi figli! Perciò amiamoLo e amiamo i fratelli!
La relazione seguente è stata svolta da John, che ha sviluppato il tema “Lo voglio, guarisci!” (Mc 1,4). John ha subito messo in rilievo che quando Gesù dice "Lo voglio", lo afferma per l'eternità. Se Gesù vuole guarire è perché anche il Padre lo vuole per noi, nonostante le nostre infedeltà. Alcuni di noi sono convinti che Dio li voglia ammalati e depressi, confondendo come volontà di Dio ciò che Egli usa per la Sua gloria. La malattia non rientra nella Sua volontà, anzi è facilmente riscontrabile che mai Gesù trascurò le persone ammalate. Dio ci vuole sani nello spirito, nel corpo e nell’anima; quindi possiamo affermare che chiedere la guarigione non è andare contro la sua volontà. Dio ha dato all'uomo la grazia soprannaturale, ma purtroppo l'uomo, avendo la possibilità di scelta, attraverso la sua disobbedienza si è allontanato dalla grazia perdendo, così, la protezione del Signore. Ma Dio ha tanto amato il mondo che ha mandato il Suo Figlio per amore. Solo Lui ci dà la vita nuova e ci indica come possiamo tornare alla Grazia. Quando Gesù entra nella tua vita tutto cambia. Se chiediamo il perdono, il peccato sparisce; se vogliamo essere usati da Lui, Egli lo compie nella nostra vita, ma dobbiamo impegnarci ad andare dove vuole il Signore e non dove vogliamo noi. Dobbiamo camminare alla Sua presenza, anche nelle piccole cose, perché Egli ci ama e, se lo vogliamo, rimane in intimità con noi.
E' il momento di dare, cari fratelli, un risveglio al Rinnovamento Carismatico, usando i carismi per mostrare che Gesù è vivo e che, attraverso di noi, vuole ripetere anche oggi a chi Lo invoca: “Lo voglio, guarisci!”. Gesù ci ha assicurato, infatti, che se crediamo in Lui faremo cose più grandi di quelle che Lui ha compiuto. John ha poi esortato l’assemblea a non volersi allontanare dall’azione della grazia e dalle abbondanti benedizioni dello Spirito Santo e, per esprimere questo in maniera più efficace, si è servito di un gesto simbolico, quello di aprire un ombrello e ripararsi al di sotto di esso, per indicare la protezione potente che ci viene offerta dallo Spirito Santo quando rimaniamo sotto la Sua copertura.
Successivamente John ha invitato i convenuti a rivolgersi a Gesù con fede, con la fiducia che avrebbe ascoltato le nostre parole “Signore, se vuoi, puoi guarirmi” e, con l’aiuto dei musicisti, ha condotto la preghiera per la guarigione dai mali interiori e fisici. Dopo la preghiera, ciascuno dei convenuti ha sentito risuonare nel suo cuore la Parola di Gesù: “Lo voglio, guarisci!” e tante persone, per la Gloria di Dio e l’edificazione dei fratelli, hanno potuto testimoniare i benefici interiori ed i miglioramenti fisici che il Signore ha operato in loro. Dio sia lodato e benedetto!
Padre Ignazio Melis ha presieduto la Celebrazione Eucaristica che ha concluso e coronato la giornata Comunitaria e, durante la sua Omelia, facendo riferimento al brano di Vangelo proposto dalla Liturgia, quello di Mc 1,21-28, ha voluto sottolineare il fatto che lo spirito impuro presente in un uomo che ascoltava Gesù nella Sinagoga, sapeva perfettamente che Gesù fosse il Santo di Dio. A questo proposito, ha affermato Padre Ignazio, anche tra i cristiani possono esserci delle fedi sbagliate e demoniache, come quella che tiene lontano Dio dalla quotidianità della propria vita, o quella che vede in Dio un concorrente in quanto alla Sua presenza si è limitati nel portare avanti i propri piani, oppure l’altra che si limita all’ascolto delle parole trascurando i fatti. Se vogliamo essere veri discepoli di Cristo dobbiamo conoscere il Vangelo per aderire ad esso.
Al termine della Santa Messa una lunga ovazione da parte dei presenti ha voluto dare lode, onore e gloria all’Altissimo, che si è potentemente manifestato in mezzo al suo popolo con le Sue meraviglie. Dal cuore e dalle labbra di coloro che si accingevano a far ritorno nelle proprie case scaturiva e risuonava un canto nuovo e festoso, segno di una vita ricolma della presenza di Dio.