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Si trovavano tutti insieme nello stesso luogo

Convegno di Lode ed Evangelizzazione del 26 Aprile 2015

Domenica 26 Aprile 2015 abbiamo condiviso un edificante Convegno a Cagliari sul tema “Si trovavano tutti insieme nello stesso luogo” (At 2,1). Momenti di gioia e scambi di sorrisi hanno dato accoglienza ai numerosi partecipanti giunti da diversi luoghi con il desiderio di dissetarsi alla fonte della Grazia. Sono stati coinvolti tutti, dai più giovani ai meno giovani, da parte della Corale della Comunità che, con appropriati canti e lodi al Signore, ha saputo trasmettere il valore dell’amore fraterno che germoglia e cresce pian piano in ognuno di noi quando Gesù dimora al centro della nostra vita.

Preghiera di lode

Sono intervenuti, quali relatori della giornata: il laico Ivan Laferla, Mons. Mario Ledda, il Presidente della Comunità Giuliano Monaco ed il Cappuccino Padre Massimiliano Sira. La prima Relazione è stata svolta da Ivan Laferla, da molti anni leader del Rinnovamento Carismatico e, inoltre, del Ministero del Canto, della Lode e della Musica di Malta. Ivan, nello svolgimento del tema “Dio vi ha scelti come primizia per la salvezza” (2Tess 2,13), ha così esordito: Oggi il Signore intende rinnovare a ciascuno di noi la Sua chiamata d’amore e interpellarci personalmente per una adesione più consapevole. Beati voi se oggi saprete ascoltarLo! Ogni persona non si trova qui per caso, ha proseguito Ivan; Egli vuole incontrare ciascuno di voi, non soltanto la vostra esteriorità, ma anche la vostra croce, vuole incontrare la vostra persona completa. Perciò oggi vi esorto: togliete la vostra maschera dal volto! Molte persone la indossano prima di uscire di casa, quasi vivessero due vite parallele, ma questa non è la vita che il Signore ci chiede di vivere. Molti cristiani sono tali solo di nome e vi dico che dobbiamo svegliarci dal sonno! L’incontro con Gesù e la fede in Lui stravolge la nostra vita e ci spinge ad evangelizzare ed essere veri cattolici e audaci carismatici.

Ivan Laferla

Fratello, sorella, il tuo corpo è il Tempio dello Spirito di Dio, il tuo nome è scritto nel cuore di Dio, sei un membro di questo Corpo di Cristo, sei creato a Sua immagine, sei prezioso, sei bello agli occhi di Dio, perché sei creato da Lui! “Ecco, ti ho disegnato sulle palme delle mie mani”, ci rassicura attraverso le parole del Profeta Isaia (49,16). E l’Apostolo Paolo ci definisce: “Fratelli amati dal Signore”. Ivan ha poi posto ai convenuti alcuni interrogativi: Ma tu credi di essere amato dal Signore? C’è qualche momento in cui non avverti questo grande amore? Dov’è il tuo primo amore per il Signore? Dov’è l’entusiasmo per Lui? Dopo tanti anni di cammino non senti più nulla? Il fuoco si è quasi spento? Ma tu sai bene come si fa per accendere il carbone. I pezzi di carbone devono essere vicini e stare insieme, perché se qualche parte sta lontano non si accende. La fede comunitaria rafforza quella personale e viceversa. E' la nostra Chiesa che ci spinge tutti insieme all’amore di Cristo, nutriti dalla Parola e dai Sacramenti. Vuoi essere vivo e pieno di Gesù, messaggero di pace e di gratitudine? Vuoi fare la differenza nel mondo di oggi? Non io, ma il Signore ti chiede di dire “sì”! Lascia soltanto che lo Spirito Santo sciolga il ghiaccio che è nel tuo cuore e tu possa essere un fuoco vivo capace di riscaldare i fratelli infreddoliti dalla cultura di morte così tanto diffusa nel mondo di oggi e, soprattutto di essere portatore di pace e di fede all’interno della Comunità. “Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?” (Gv 11,40). Ecco, la Gloria di Dio scende su di te, ora!

Successivamente è intervenuto in modo altrettanto brillante Mons. Mario Ledda, Direttore dell’Ufficio per le Confraternite e Canonico effettivo del Capitolo Metropolitano della Cattedrale di Cagliari, sul tema “Vigilate attentamente sulla vostra condotta, comportandovi non da stolti, ma da uomini saggi” (Ef 5,15) il quale ha asserito: quella di San Paolo è una esortazione al prestare attenzione al proprio camminare, poiché anche nel nostro incedere dobbiamo mostrare di non essere stolti ma sapienti.

Mons. Mario Ledda

Nel proseguo del testo di San Paolo si fa un riferimento al tempo, per il quale l’Autore usa una parola precisa: “occasione opportuna”. Tengo a precisare che nel Nuovo Testamento il tempo è chiamato con due termini diversi: “Krònos”, il tempo che scorre inesorabile, e “Kairòs”, il momento attuale nel quale si può intervenire. Ricordate l’insistente acclamazione di San Paolo? “Eccolo ora, il tempo favorevole!” E’ l’occasione opportuna che non potete lasciarvi sfuggire! E’ necessario fare buon uso del “Kairòs” per capire quali sono le occasioni propizie che il Signore mette sulla nostra strada; il credente, in sostanza, deve essere attivo ed impegnato nel discernimento, in quanto ci viene chiesto di fare cose buone nonostante siamo segnati dalla debolezza. Proseguendo nella lettura del brano della Lettera agli Efesini (5,17), ci imbattiamo in queste parole: “Non siate perciò inconsiderati, ma sappiate comprendere la volontà di Dio”. Quella di San Paolo è una preoccupazione insistente: è necessario comprendere l’altezza della volontà di Dio. Egli sostiene che il Signore stesso ce ne dà la consapevolezza attraverso l’azione dello Spirito Santo, in modo da riportarla non semplicemente alla mente, ma al centro delle nostre decisioni e delle nostre scelte.

Assemblea

Pensate, ha continuato Mons Mario Ledda, siamo chiamati a comprendere qual è il sogno di Dio! Ci può essere un’avventura più affascinante di questa? Siamo invitati a mettere noi stessi in armonia con il sogno di Dio, a rattristarci come Dio e a far vibrare il nostro cuore come vibra quello di Dio. Un’altra parola che merita un chiarimento è quella del versetto successivo, nel quale San Paolo ci esorta a non ubriacarci di vino. Il termine “dissolutezza” contiene il significato di “non salvezza”, come accadde al Figliol Prodigo che se ne andò via da casa sprecando tutto e vivendo in modo dissoluto. San Luca in quel frangente tiene a precisare: “vivendo insalvabilmente”, per dire che in quel vivere non c’è salvezza. Ecco perché San Paolo afferma “non ubriacatevi di vino”, perché nel farlo c’è “insalvabilità”. Monsignor Ledda ha poi chiesto all’assemblea: qual è il vino che rende la vostra vita insalvabile? Fate questo inventario e sarà lo Spirito Santo a ricordarvi le cose dette da Gesù. E’ interessante notare come prosegue San Paolo: “ma siate ricolmi dello Spirito, intrattenendovi a vicenda con salmi, inni, cantici spirituali, cantando e inneggiando al Signore con tutto il vostro cuore, rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo”. L’intrattenerci fra noi è un modo per riempirci nello Spirito, mentre i Salmi toccano le corde della nostra sensibilità all’amore fraterno. Se si rende grazie per gli altri, significa che si considera il prossimo un dono che Dio ci ha fatto e, soprattutto in questi tempi difficili di oscurità morale, siamo chiamati a rendere grazie al Padre per il dono dei fratelli.

Dopo una pausa per un pasto frugale, accompagnati da una bella giornata di sole, abbiamo ripreso la preghiera con la recita del Santo Rosario e con un intenso momento di lode ed esultanza al Signore, reso ancor più gioioso dai canti melodiosi della corale e dalle danze dei giovani.
Successivamente si è accostato al microfono Giuliano Monaco, che ha così esclamato: come è bello stare ad ascoltare il Signore! Gesù ci ha radunati qui oggi perché potessimo recuperare la fiducia in Dio, che non ci ha abbandonati. A volte il Signore non si fa sentire e aspetta che siamo noi a trovarlo! Fa questo per mettere alla prova la nostra costanza. “Si trovavano tutti insieme nello stesso luogo” è la Parola su cui oggi siamo chiamati a riflettere. Pensate ad un campo sportivo dove molti si radunano per vedere una partita: anche lì si ritrovano tutti insieme, ma con un altro interesse.

Giuliano Monaco

Il tema di questo Convegno, invece, ha un altro significato, quello di poter vivere insieme la Parola di Dio. Mentre la gioia del mondo è breve e passeggera, quella che viene dall’incontro con Gesù e dal camminare con il Risorto è duratura, perché Lui ha vinto la morte. Sapete quanti pericoli si eviterebbero, se si ascoltasse la Parola di Dio? Ha proseguito Giuliano. Il Signore vuole da noi qualcosa in più, vuole la nostra attenzione, vuole in noi la Sua stessa lunghezza d’onda. Dobbiamo, dunque, stare svegli e molto attenti a ciò che vuole il Signore, vigilanti e non assonnati ed impigriti, svogliati o disattenti. Nel Rinnovamento Carismatico capita che, dopo i primi anni, si perda l’entusiasmo di partecipare agli incontri comunitari e dello stare insieme, entusiasmo che dovrebbe invece essere ben radicato nel Signore. La Chiesa si sgretola se ci sono cristiani tiepidi, ecco perché il Signore richiede da noi un maggior impegno attraverso l’esperienza del fuoco dello Spirito Santo, per far rifiorire la Chiesa e le Comunità. Egli vuole che noi stiamo al centro del fuoco dello Spirito Santo, desidera un vulcano di fede con una conseguente esplosione di carismi. Dobbiamo perciò riprendere possesso della nostra cristianità e vivere la Pentecoste, contagiando i nostri fratelli della potenza dello Spirito Santo! E’ questo il tempo di sollevare le nostre voci per difendere la fede che abbiamo abbracciato! In questo modo vinceremo la pigrizia, la sonnolenza e l’apatia, che non sono frutti dello Spirito e ci rendono sterili spiritualmente. Siamo chiamati a fare delle scelte: piuttosto che somigliare alla gallina che si nutre delle cose della terra, dovremmo essere come l’aquila, che respira un ossigeno più puro ed è capace di volare in alto nel cielo. Ivan ci ha evidenziato il fatto che Dio ci abbia scelti e si sia innamorato di ciascuno di noi, ha affermato Giuliano. Quale immenso privilegio abbiamo ricevuto! San Paolo ci ha inoltre esortato a stare saldi nella fede, nella preghiera, nel cenacolo, per poi uscire a seminare la parola. Chi non rientra nel cenacolo, infatti, prima o poi si ferma. Per fare ciò dobbiamo essere innamorati di Gesù, come lo è stata la cara Simona.
E’ giunto il momento di Ivan che, accolto da un lungo applauso, ha svolto la sua seconda Relazione sul tema: “Essi furono tutti pieni di Spirito Santo” (At 2,1). Dopo aver ripercorso i principali passaggi del grandioso evento della Pentecoste vissuta dagli Apostoli insieme a Maria Santissima, Ivan ha asserito: Noi siamo già stati toccati dallo Spirito Santo sia nel Battesimo che nella Cresima e dobbiamo avere la consapevolezza che lo Spirito Santo è già dentro ciascuno di noi con tutta la forza di Dio! E’ lui che ci spinge avanti per vivere nella fede. Molte persone, anche tra quelle che partecipano agli incontri del Rinnovamento, non vivono questa dinamica e si comportano come quella vecchietta che sembrava povera e abbandonata da tutti perché viveva in totale miseria, nonostante possedesse nella sua stanzetta un libretto bancario con un importo di cinquecentomila euro. Anche noi siamo ricchi perché possediamo la Parola di Dio ma, spesso, viviamo nel buio, nonostante fuori ci sia tanta luce; dentro di noi dimora così la miseria, la paura e la depressione! Nonostante i tanti anni trascorsi nella Comunità, abbiamo lasciato che si formasse un guscio attorno a noi chiudendo la porta del nostro cuore dal di dentro. Il Signore, pur vedendo con dispiacere questo nostro atteggiamento di chiusura, agisce con molta delicatezza e non usa la forza per entrare in noi e trasformarci. Per questo motivo siamo chiamati ad esercitare la nostra libertà per invitare ed accogliere lo Spirito Santo: Egli ci donerà l’amore e la grazia del Signore e, di seguito, porterà in noi i Suoi frutti.

Ivan Laferla

Il primo “frutto” dello Spirito di cui parla San Paolo nella Lettera ai Galati (5,18-26) è una benedizione dai molti risultati, come un diamante dalle molte sfaccettature: si tratta della carità. Ivan ha proseguito ricordandone l’elogio che San Paolo compie nella Prima Lettera ai Corinzi dove dice che la carità è paziente, non si gonfia, non tiene conto del male ricevuto, ed ha invitato i convenuti a sostituire il termine “carità” con il proprio nome: in questo modo il vostro nome assumerà tutte le caratteristiche dello Spirito Santo: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé, e sperimenterete un grande incoraggiamento a fare l’esperienza dell’effusione dello Spirito Santo.
Ivan, accompagnato dalle corde della chitarra, ha poi condotto una preghiera per la guarigione interiore da ogni ostacolo posto dinanzi all’opera di Dio ed ha invocato lo Spirito Santo su tutti i presenti per una nuova effusione ed una vita rinnovata. Numerose sono state le testimonianze di riconciliazioni, benedizioni e grazie che il Signore ha elargito con abbondanza tra i presenti. Una nuova gioia, densa di gratitudine verso lo Spirito Santo, si è diffusa in modo contagioso nella sala ed ha trovato espressione nel sorriso, nel canto e nell’abbraccio fraterno.
La giornata di Convegno è culminata con la Celebrazione Eucaristica presieduta da Padre Massimiliano Sira che, nella sua l’Omelia, ha preso spunto dal brano del Vangelo sul Buon Pastore proposto dalla Liturgia Domenicale per offrire all’assemblea interessanti riflessioni. Il Buon Pastore ci sta accanto e ci difende, ma vicino a noi c’è anche chi vuole rubare la nostra vita a Gesù disperdendo ciò che è stato costruito: ci sono, infatti, i ladri e i briganti. Ci è sufficiente un momento di debolezza, di stanchezza o di ribellione e la voce di Gesù non ci appare più come quella vera: ecco che allora ascoltiamo altre voci.

Celebrazione Eucaristica

Purtroppo anche nelle nostre realtà parrocchiali o comunitarie comincia a prendere piede il lupo, capace di darci a buon prezzo ciò che ci fa più comodo. A quel punto preferiamo scegliere di non ascoltare la voce di Gesù, perché è più esigente ed impegnativa. Ma il Signore è là dove ci ha chiamato ed è lì che ci attende, affinché possiamo lasciarci pascere da Lui insieme alle altre pecorelle del gregge. Gesù ci aiuta quando ascoltiamo la Sua voce, ci guida a passare dal cuore di pietra a quello di carne, ma dobbiamo chiederci se nella nostra vita questo avviene veramente, oppure se ci allontaniamo dalla Comunità per ascoltare le altre voci. E’ questo il tempo di scegliere di vivere per Gesù, insieme ai fratelli che condividono con noi l’esperienza del Rinnovamento! La comunione e l’amore fraterno sarà il distintivo di coloro che si lasciano guidare da Gesù. Ci riconosceranno, infatti, da come ci ameremo, e questa sarà la testimonianza della Sua presenza tra noi che sapremo rendere. Oggi siamo invitati a scegliere la voce di Gesù, attraverso la Sua Parola, cantata, lodata e meditata alla scuola del Suo operare, alla scuola della Sua vita, alla scuola della Sua Chiesa, che ci è Madre. Chiediamo al Signore di saper vedere nella nostra vita e in quella dei nostri fratelli quale grande amore ci ha dato il Signore in quanto Suoi figli! Il Papa ha affermato che la Chiesa si aspetta dal Rinnovamento la conversione all’amore di Gesù, che cambia la vita del cristiano. Guai a noi, se ci separiamo da Colui che può donare pienezza alla nostra vita!
Nel ritrovarci tutti insieme nello stesso luogo nell’armonia di un cuore solo, abbiamo potuto godere delle abbondanti benedizioni di Dio, dell’edificazione dello Spirito Santo e dell’incoraggiamento di cui avevamo bisogno per vivere sempre più una vera vita cristiana. In comunione con i fratelli ci si sente tutti più forti e più sicuri, in quanto si sa che appena le ginocchia vacillano, o si inciampa lungo il cammino, gli altri lo rialzano e lo sostengono. Quando si è con i fratelli si avverte che il Signore è più vicino ed ogni sorriso, ogni parola, ogni sentimento che si prova, è come se si fosse scambiato con Gesù stesso. Al termine di questa giornata di Convegno, dallo sguardo dei presenti trapelava un cuore rinfrancato, un nuovo coraggio di testimoniare la propria fede e un accresciuto proposito di percorrere la via della santità.

L'Incontro di Preghiera Settimanale

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