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Accostiamoci con piena fiducia
al trono della grazia

Convegno di Lode ed Evangelizzazione del 30 Marzo 2014

Domenica 30 Marzo 2014 molti fratelli dei gruppi della Comunità provenienti da varie zone della Sardegna sono convenuti al Convegno Comunitario, desiderosi di rafforzare la formazione e fiduciosi di vivere una stupenda giornata di gioia e di grazia. Già in altre occasioni Comunitarie, infatti, hanno avuto modo di sperimentare una significativa trasformazione interiore ed un maggior senso di maturità spirituale. Il tema della giornata è stato: “Accostiamoci con piena fiducia al trono della grazia” (Eb 4,16). All'arrivo degli autobus, con passo frettoloso ci siamo diretti in tanti verso l'ingresso principale della sala, dove già vi erano diverse persone in fila che attendevano di poter entrare. Era davvero tanta la trepidazione! I fratelli dell'accoglienza ci hanno dato il benvenuto invitandoci a prendere posto nella sala. Al nostro ingresso abbiamo sentito dai microfoni calorose parole di benvenuto che abbiamo accolto con gioia, come se si trattasse di un forte abbraccio del Signore. Dall'assemblea è subito esploso spontaneamente uno scrosciante applauso ed ecco... il Convegno ha avuto inizio! I gioiosi canti, un abbraccio fraterno e la preghiera di lode! Quanta grazia si avvertiva nell'aria! E' stata presentata Antonella, membro del Consiglio Spirituale della Comunità, che ha svolto il tema “Comportatevi in maniera degna del Signore, per piacerGli in tutto” (Col 1,10).

Preghiera

Gesù ci chiede di essere cittadini del cielo e di assumere un comportamento nuovo che sia pilotato dallo Spirito Santo, fuoco che trasforma la vita, ha esordito Antonella. Si tratta di un atteggiamento rinnovato verso noi stessi, verso gli altri e verso Dio, che comporta il passaggio dall’uomo vecchio all’uomo nuovo. Se vogliamo sperimentare la misericordia di Dio dobbiamo guardare dentro il nostro cuore per individuare quale comportamento non è gradito al Signore e poi decidere di deporre il peccato che ci appesantisce come una zavorra e non ci consente di correre verso di Lui. Come gli atleti che, per poter gareggiare agilmente e vincere, devono essere leggeri, così anche noi dobbiamo desiderare di arrivare primi nella corsa spirituale per portare frutto attraverso le opere buone compiute con fede.

Antonella Tanda

Quali siano queste opere buone ce lo ricorda il profeta Isaia al capitolo 58, quando ci invita a dividere il pane con l'affamato, ad introdurre in casa nostra i miseri, a vestire uno che vediamo nudo; ma il suo significato spirituale va oltre l'accoglienza e la cura umana: noi siamo chiamati a sfamare l'anima, a dare la Parola di Dio e ad offrire la consolazione di Gesù! Ci sono tante persone che hanno fame e sete di Dio e, perciò, siamo chiamati ad evangelizzare, a riempire il vuoto della fede e l'assenza dello Spirito Santo. Se abbiamo sperimentato la grazia della fede, perché dobbiamo tenerla tutta per noi? I credenti devono essere i primi nel fare opere buone... dovrebbero gareggiare nel compiere opere di carità, non per vanto personale, ma per portare Gesù e la Sua opera salvifica! Non è solidarietà ma carità cristiana, vivificata dalla fede in Cristo. Solo il Signore ci dona la forza e la pazienza necessarie e, con la Sua forza, la Sua potenza e la Sua pazienza, saremo capaci di comportarci in maniera degna e Lui si compiacerà di noi! E se ancora non riuscissimo ad essere come Lui ci vuole, potremmo chiederGli di essere aiutati, liberati e guariti! Prima di prendere la parola, Padre Elias Vella ha voluto esprimere il suo fraterno affetto alla Comunità e, con un caloroso abbraccio, ha stretto a sé Giuliano, tutti i componenti del ministero della musica e del canto ed i membri del Consiglio Spirituale. Un lungo applauso dell'assemblea ha accompagnato questo momento significativo e denso di emozioni. Padre Elias, Sacerdote della diocesi di Malta, ha svolto il secondo tema: “Non a prezzo di cose corruttibili, come l’argento e l’oro, foste liberati, ma con il Sangue prezioso di Cristo” (1Pt 1,18). La Sacra Scrittura è la Parola di Dio che parla a ciascuno di noi, ha asserito Padre Elias. La Bibbia è Parola viva perché Gesù è vivente oggi come duemila anni fa. Non possiamo essere in intimità con Dio se non siamo in ascolto di Lui. Gesù oggi ci dice di non conformarci ai desideri di un tempo, perché i Suoi sono completamente diversi da quelli del mondo, e ci invita a diventare santi in conformità con il Santo che ci ha chiamati.

Padre Elias Vella

La santità non è altro che vivere il presente con il Signore, senza necessariamente dover fare cose straordinarie ma, nell'ordinario della vita, fare quello che il Signore ci chiede di compiere. Se cerchiamo di condurre in questo modo la nostra vita e siamo capaci di intesserla di perdono, questa sarà più semplice e più facile da vivere. Gesù non ci chiede di andare dietro di Lui per renderci schiavi, ma ci chiama per liberarci dalle varie catene da cui siamo legati. Siamo stati liberati con il Sangue prezioso di Gesù che ci ha guardato come figli e figlie preziose e ha parlato al cuore di ciascuno di noi affinché possiamo scegliere il bene e non il male, la libertà e non la schiavitù, la vita e non la morte. Seppure la scelta non sia facile a causa dei tanti richiami del mondo, noi dobbiamo riconoscere la voce del nostro Pastore e seguirLo. Padre Elias ha concluso la sua relazione rivolgendosi al Signore con una preghiera fatta a nome di tutti i presenti: Sentiamo tante voci che ci scoraggiano, ma Tu, o Dio, hai mandato lo Spirito Santo per farci comprendere quanto Tu ci voglia veramente bene e ci ami. Aiutaci, o Signore, a scegliere Te per essere trasformati, ricolmati di pace, di pazienza, di gentilezza, di generosità, di modestia, d'amore. Aiutaci, o Signore, ad essere santi e a mettere l'amore in tutto ciò che facciamo, perché gli altri possano vedere in noi il Tuo amore. Nel pomeriggio, dopo la recita della coroncina alla Divina Misericordia, l'assemblea si è lasciata condurre dai canti proposti dalla corale lodando con gioia il Padre dei Cieli e ringraziandoLo per il Suo amore. Giuliano Monaco, Presidente della Comunità, ha poi approfondito il tema “Siate forti, riprendete coraggio, o voi tutti che sperate nel Signore" (Sal 31,25). Davanti alle numerose difficoltà che incontriamo e ai continui scoraggiamenti per ciò che non siamo riusciti ad ottenere, Giuliano ci ha ricordato come il Signore sia al di sopra di tutto ciò che facciamo e ci ha domandato se, magari, abbiamo fatto delle scelte che sono soltanto frutto di un nostro capriccio, senza interpellare la volontà di Dio.

Giuliano Monaco

Infatti con le nostre scelte, spesso, ci facciamo del male perché i nostri progetti sono diversi da quelli del Signore. Ogni giorno dobbiamo farci forza e ripetere a noi stessi che Dio ci ama e ci vuole bene. Cambiamo perciò l'espressione del nostro volto in una manifestazione di gioia perché il Signore ci tiene sul palmo delle Sue mani. Vi è mai capitato di tenere tra le mani un piccolo passero appena nato? Lo circondiamo di delicatezze e di attenzioni, così fa Dio con noi e, pertanto, dobbiamo essere coscienti che tutta la nostra vita deve svolgersi all’interno del palmo della mano di Dio. Non è un palmo che ci limita nello spazio, perché noi restiamo sempre liberi di pensare e di muoverci, ma è essenziale rimanere nella mano di Dio! Se dovessimo pensare di uscirne fuori, cadremmo e la nostra vita uscirebbe dalla protezione di Dio. Il Signore ci guarda e si preoccupa di noi se abbiamo fame o sete, Egli dialoga con noi, ma noi ascoltiamo la Sua voce? Egli ci ammira come fossimo una perla, a prescindere da tutto ciò che vi è di esteriore, e si preoccupa del nostro cuore: questa è la meraviglia di Dio! Dove noi giudichiamo dall’aspetto, Lui guarda il cuore; per Lui siamo tutti delle perle preziose e, quando ci sporchiamo con i peccati, possiamo ancora andare alla fonte della grazia per essere ripuliti. Oggi Lui ha visto che si è indebolita la nostra preghiera, la nostra fede, la forza ricevuta all'inizio della conversione e ci dice: “riprendete coraggio! Riprendete forza! Prendete nuovamente ciò che avevate e ora avete perso, per ricominciare!” Giuliano, nel proseguo della sua relazione, ha invitato una sorella ad accostarsi sul palco per descrivere, attraverso una piccola ma significativa rappresentazione scenica, la frequente situazione di quanti di noi si trovano in situazioni particolari, si chiudono in se stessi logorandosi la mente e poi tirano i remi in barca, si arrendono, non hanno più voglia di andare avanti avendo perso anche la speranza, bussano da tante parti ma non trovano aiuto e si demoralizzano, non rivolgono più lo sguardo a nessuno e si sentono lontani da ogni tipo di aiuto, ponendosi quasi di spalle al Cristo. Quel momento di debolezza diventa immobilità, l'atteggiamento proprio di chi sta seduto, scoraggiato, perché non trova una via d’uscita. C’è però una soluzione, ha asserito Giuliano, ed è quella che ciascuno di noi può adottare quando si rende conto che non ci sono alternative: deve chiedere aiuto al Signore! Davanti alla nostra richiesta di soccorso, siate certi che il Signore viene in nostro aiuto, Egli non resta sordo al nostro lamento, qualunque esso sia, perché il Signore ascolta ogni grido.

Assemblea

Gesù ci ha assicurato che accorrerà in aiuto di tutti coloro che Lo invocheranno, e dirà loro: “sorella, fratello, alzati, il tuo problema non c’è più”. Gesù è la Via e la luce vera, e non smette di essere misericordioso perché è un Dio fedele. State tranquilli, fratelli e sorelle, perché quando Lui ci dice “riprendete forza” o “riprendete coraggio”, non lo fa come farebbe solo umanamente un nostro amico, ma ci consegna lo Spirito Santo! La consegna dello Spirito Santo è la potenza che genera in noi il fervore che non ci fa esitare, né tentennare: essa sconfigge i dubbi, le paure, la mancanza del coraggio di proseguire e di riprendere il cammino. Perciò, fratelli, riprendiamo coraggio anche se tante cose non vanno bene! Ha esortato Giuliano. Noi che speriamo nel Signore riprendiamo a pregare! Riprendiamo ad aver fede! Riprendiamo a frequentare il Rinnovamento e la Comunità! Riprendiamo a lodare! Riprendiamo a testimoniare e ad evangelizzare! Se siamo feriti e ammalati o delusi, avviciniamoci alla fonte della grazia, alla fonte della Sua misericordia e, con il Suo Santo Spirito, diventeremo forti in Lui. Dopo le incoraggianti parole di Giuliano, è intervenuto Padre Elias che, nella sua nuova relazione, ha approfondito il tema: “Accostiamoci con piena fiducia al trono della grazia, per ricevere misericordia e trovare grazia ed essere aiutati al momento opportuno” (Eb 4,16). Quando diciamo che Gesù è venuto per salvare l’anima diciamo una cosa vera ma, in realtà, Gesù è venuto per salvare tutto l’uomo. Infatti Gesù si interessa di guarire sia la parte spirituale e psicologica che quella fisica. Lui guarisce, ma ha i Suoi piani e i Suoi tempi. Ricordiamo però che da ogni guarigione che il Signore ci dona deve derivare l'impegno a seguirLo, ha precisato Padre Elias, e che qualunque guarigione è parziale e temporanea, perché non siamo stati creati per restare eternamente su questa terra. In ogni caso, la guarigione che dobbiamo desiderare maggiormente è l'incontro personale con Gesù. Perciò andiamo frequentemente a Lui come mendicanti e, se chiediamo a Dio, Lui si compiace, perché il chiedere è già un atto di fede. Gesù si presenta a noi compassionevole tanto da soffrire con noi.

Padre Elias Vella

La parola “compatire” è parola meravigliosa, infatti “compassione” vuol dire “soffrire con”. Tutti abbiamo la croce e ne sentiamo il peso, ma il premio della vita buona non è il non avere la croce, ma la forza di portarla; la nostra consolazione è proprio il sapere che Gesù conosce la nostra sofferenza perché l'ha provata Lui stesso. Ecco perché, quando abbiamo di questi patimenti dobbiamo accostarci a Lui per ricevere "misericordia", il cui significato è “dare il cuore al misero”. I miseri siamo noi e Gesù ci dà il Suo cuore, simbolo di liberazione, guarigione e misericordia. Accostiamoci perciò al trono della grazia per essere aiutati al momento opportuno e, una volta trovato il Signore, non sapremo più fare a meno di Lui. E' seguita una intensa preghiera di guarigione durante la quale ognuno dei presenti ha aperto il proprio cuore al Signore per ricevere la Sua misericordia. Una grande consolazione ha avvolto gli animi afflitti e feriti ed ha asciugato ogni lacrima. Padre Elias ha officiato la Celebrazione Eucaristica e, nella sua omelia, si è soffermato sul brano del Vangelo proposto dalla liturgia, quello del cieco nato riportato da San Giovanni, per evidenziare il contrasto tra la luce e le tenebre. E' Gesù la luce del mondo e noi lo siamo in quanto uniti a Lui. Se ci stacchiamo da Gesù non potremo più irradiare luce. Gesù dà la vista al cieco e quando lo incontra nuovamente gli chiede: “Credi nel Figlio dell'Uomo?” La vera luce è il credere in Gesù ed il cieco che ora vede risponde: “credo Signore!”.

Celebrazione Eucaristica

Se non ascoltiamo Gesù in ogni circostanza della vita, siamo tenebra piuttosto che luce. Siamo pronti noi a scegliere Gesù? Ha chiesto Padre Vella. Chi accetta la luce diviene luce e sentirà il bisogno di dare Gesù agli altri. Se hai la buona notizia la devi dare; se dici che hai incontrato Gesù e non lo dai agli altri, significa che ancora non l'hai incontrato. Il Convegno ha avuto termine ma, certamente, non sono terminate le grazie operate in noi da Gesù in questa giornata. La speranza non delude, infatti, perché alla nostra sete d'amore ha risposto il Padre, versando nei nostri cuori il Suo Santo Spirito. Il nostro cuore si è spalancato allo Spirito Santo ed Egli ha preso dimora in noi; ci ha plasmati ed inviati per testimoniare che il Signore Gesù è risorto e che la Sua misericordia si riversa con abbondanza sui nostri fratelli.

L'Incontro di Preghiera Settimanale

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