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Ecco ora il giorno della salvezza

Convegno di Lode ed Evangelizzazione del 17 gennaio 2010

Domenica 17 Gennaio 2010 si è svolto il nuovo raduno regionale della Comunità dedicato alla formazione. Tema del Convegno è stato: Ecco ora il giorno della salvezza! (2Cor 6,2).

Preghiera

L'accoglienza, i canti gioiosi e la preghiera di lode hanno consentito di avvertire la presenza dello Spirito Santo, il vero regista di tutto, che ha predisposto i cuori ad aprirsi alle tante grazie vivificanti e santificanti che ognuno dei presenti ha ricevuto in sovrabbondanza come dono. I Relatori della giornata sono stati: Don Pino Giuliana, Responsabile della Comunità Famiglia di Nazareth di Riesi; Padre Ignazio Melis, Cappuccino, Consigliere Spirituale della Comunità, e Giuliano Monaco, Responsabile della stessa.

Ha preso la parola Don Pino Giuliana sul tema Perché il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore (Rm 6,23), il quale ha esordito affermando che il credere nel Figlio di Dio, soprattutto nei tempi odierni, è una grazia sempre più straordinaria, ed ha invitato tutti ad aprire il proprio cuore, perché ancora il Signore vuole fare meraviglie in chi confida in Lui.

Don Pino, dopo aver chiarito che l'atteggiamento per crescere nella fede e per giungere ad una vera e profonda conversione è quello della docilità, si è soffermato sul tema del peccato che offusca la nostra vita di fede. Dio ci ha dato l'intelligenza per conoscerLo attraverso le Sue opere, perciò gli uomini non hanno scusanti: hanno conosciuto Dio ma si sono rifiutati di adorarLo e riconoscerLo come vero e unico; cosicché il Signore ha abbandonato ai loro desideri quanti si sono rifiutati persino di sentir parlare di Lui.

Pino

Una buona parte di umanità si è proiettata verso ogni impudicizia, ogni male, adorando il dio che si è costruita: il vitello d'oro. Dio non castiga ma, quando ci opponiamo a Lui, ci lascia travolgere da passioni vergognose. Oggi nel mondo sembra tutto lecito: il corpo, che è tempio di Dio, è divenuto merce di scambio, strumento di piacere o di falso amore; si è arrivati ormai al peccato contro natura, alla convivenza, al mettere su coppie e famiglie senza ricevere il Sacramento del Matrimonio. Eppure noi cattolici tendiamo a giustificare tali azioni. Il matrimonio, invece, è amore Trinitario e immagine della Sacra Famiglia. L'uomo adora oggi ciò che Dio ha creato e non, piuttosto, il Creatore; poiché con la sua mente e le sue azioni ha abbandonato Dio, Egli lo ha lasciato nei suoi pensieri corrotti. Il mondo occidentale, culla della cristianità, è divenuto culla della depravazione, la nostra società è divenuta corrotta e senza leggi, allo sbando e senza valori. Tanti credono di avere la fede, ma siamo sicuri che è così? Ha chiesto Don Pino. Anche noi mettiamo Cristo e il Suo Vangelo al primo posto? Che giova ottenere il mondo se poi perdiamo la salvezza? Il mondo oggi può salvarsi soltanto utilizzando l'antidoto al male. Quanto male entra nelle nostre case, non dalla porta ma dalla TV! Quanti programmi sconnessi ed obbrobriosi che gridano vendetta a Dio! In Gal 6,7 è scritto: Non vi fate illusioni; non ci si può prendere gioco di Dio. E non saranno i vari viaggi a Lourdes, Fatima o Medjugorie, la recita delle varie coroncine, i rosari a salvarci. Lui vuole il nostro amore! La nostra vita!La vera conversione! Altrimenti restiamo vuoti e aridi. Oggi dilaga il cristianesimo fai da te: non ho bisogno della Chiesa, non ho bisogno delle Comunità. Gesù ha dato un'indicazione ben precisa: dove sono due o tre riuniti nel Suo Nome, Lui è in mezzo a loro. Ma attenti che ognuno raccoglierà ciò che avrà seminato: chi vive nello Spirito di Dio riceverà la vita; chi vive nello spirito del male avrà la morte. Don Pino ha esortato a fare del bene a tutti nella fede, in modo particolare tra noi, nelle nostre Comunità. Dopo le parole di Don Pino Giuliana si è ben collegata l'accorata riflessione proposta da Padre Ignazio Melis il quale ha esordito affermando che San Paolo, nel suo apostolato, aveva fondato diverse Chiese e, in ciascuna di esse, lasciava un suo fidato collaboratore; poi ripartiva per evangelizzare altrove, ma non abbandonava mai le Comunità nascenti, manteneva vivi i rapporti e seguiva il cammino delle stesse, preoccupandosi soprattutto della loro fedeltà alla Parola di Dio.

Ai suoi collaboratori, scrisse alcune lettere, dette anche pastorali, simili tra loro per forma e contenuto, una delle quali venne inviata a Tito.

Ignazio

Padre Ignazio, soffermandosi su alcuni versetti della Lettera a Tito E' apparsa la grazia di Dio, apportatrice della salvezza per tutti gli uomini (Tt 2,11-13), ha spiegato che San Paolo, nel rivolgersi a Tito, offre degli indirizzi dettagliati per la Comunità che egli guida. Gli indica, in modo particolare di insegnare, secondo la santa dottrina, come devono comportarsi i membri della Comunità ed elenca le virtù che essi devono avere, in rapporto all'età di ciascuno, siano vecchi, donne anziane o giovani. E questo è valido per i cristiani di oggi. Ogni categoria di persone deve accettare tali insegnamenti, anche perché tutti, con la loro condotta, sono chiamati a cooperare alla rivelazione divina. Dio, infatti, ha posto la Sua grazia a disposizione di tutti per la salvezza, e tutti devono aiutarsi reciprocamente. Gesù ci ha insegnato, con la Sua predicazione, a rinnegare le passioni mondane con temperanza, giustizia e pietà, nell'attesa della Sua seconda venuta. E' apparsa la grazia di Dio per la salvezza di tutti gli uomini e, in virtù della redenzione, siamo dichiarati popolo di Dio.

La Misericordia di Dio non ha confini, ha proseguito Padre Ignazio, e concorre alla salvezza eterna. Il Signore conduce gli uomini a decidersi su che cosa vogliono fare: stare con Dio o contro Dio.

Noi oggi siamo qui per celebrare la Misericordia di Dio in Cristo, perché Lui, che è Verbo Incarnato, ha rivelato il Padre. La grazia ci aiuta a rompere con l'empietà e a vivere una vita nuova nella santità, nell'attesa della speranza, come pellegrini che, alla fine, raggiungeranno la gloria di Dio. E la speranza è l'ancora che il cristiano getterà nell'oceano del cielo. Nel pomeriggio, dopo la fiduciosa Coroncina alla Divina Misericordia e alcuni canti di lode ed esultanza, Giuliano Monaco ha sviluppato l'argomento Oggi la salvezza è entrata in questa casa! (Lc 19,1-10). Dopo una particolareggiata presentazione della figura di Zaccheo descritta dal Vangelo, ha evidenziato alcuni passaggi nodali della pericope. Quando viene a passare Gesù la folla si accalca e, occupando tutti gli spazi, precede Zaccheo. Egli corre, vede un sicomoro e si arrampica per poter vedere il Gesù di cui ha sentito dire che rimette i peccati e, magari, assistere ad un miracolo sotto i suoi occhi, da una posizione migliore rispetto a quella della folla che sta nella strada. Poiché Gesù conosce ciò che pensa e fa ogni uomo, giunto in prossimità dell'albero gli dice: Zaccheo, scendi subito! Lui è sorpreso e sconvolto da questa chiamata repentina. Quando il Signore ci chiama non possiamo lasciarLo in attesa di una nostra risposta. Quella che Gesù rivolge a Zaccheo è una chiamata immediata, divina e potente. Gesù gli soggiunge: Devo fermarmi a casa tua. Zaccheo sente dentro di sé che in quel momento, davanti a Gesù, si sta giocando tutto e, poiché è un uomo intelligente, dice: Mio Signore, do' la metà dei miei beni ai poveri, anzi, se ho frodato, voglio restituire il quadruplo.

Giuliano

Questo gesto ci insegna il perdere per guadagnare, il rinunciare ad avere per poter essere, Zaccheo muore ad una vita, per rinascere ad una nuova vita. Tutto il progetto di Dio, ha proseguito il nostro Responsabile, è finalizzato a proporre e porgere la salvezza. Zaccheo aveva due possibilità: stare nel peccato oppure no. Appena Zaccheo formalizza la rinuncia dei beni, ed è pronto a risarcire quanto frodato, Gesù, la cui presenza produce liberazione ed è seme di salvezza, fa un'altra dichiarazione e gli dice: Oggi la salvezza è entrata in questa casa. La scelta di Zaccheo è stata quella di stare con Gesù. Se Zaccheo, malgrado la chiamata, non fosse sceso dall'albero, ha ipotizzato Giuliano, Gesù avrebbe continuato a camminare e lui sarebbe rimasto nella situazione di persona non convertita, non guarita. Gesù non aveva bisogno di Zaccheo, ma era Zaccheo che aveva bisogno di Gesù. Anche noi abbiamo bisogno di Lui. La storia di Zaccheo, dimostra che la salvezza è a portata di mano per tutti.

Ecco perché quella frase Scendi subito vuole significare Scendi presto e cambia vita. E' normale che ognuno di noi viva la sofferenza, la tribolazione, ma senza la presenza di Dio restiamo soli. La salvezza di Dio è per tutti, ma bisogna ammettere le proprie colpe, riparare gli errori e camminare con Gesù. Quanti Zacchei ci sono nella società e tra noi? Che restano arrampicati all'albero dell'egoismo e di altri peccati, trascorrono tutta la vita da osservatori e non si impegnano a divulgare il Vangelo?! Quante persone vogliono stare in alto come Zaccheo! C'è un grosso pericolo ed è questo: stare nell'alto di noi stessi, radicati nelle nostre posizioni. Per poter camminare con Gesù, dobbiamo scendere dalle situazioni pericolose, ammettere le nostre colpe, aiutare il prossimo e fare come il cieco che ha implorato la pietà di Dio, il quale ci propone la salvezza. Sta a noi, ha poi affermato Giuliano, accoglierla prontamente e stare con Gesù. Gesù oggi ci prepara la salvezza e questo ci riempie di speranza. In conclusione, Giuliano ha invitato i presenti a pregare così insieme a lui: oggi, Signore, il nostro cuore è la tua casa, abbiamo ripulito il nostro cuore, prendi posto, Signore, fermati da noi! Amen.

Dopo alcuni canti, ha ripreso la parola Don Pino Giuliana ed ha esordito col tema della sua relazione: Il sangue di Cristo ci purifica da ogni colpa. Cristo non ha offerto il sangue di capri o vitelli come avvenuto nell'Antica Alleanza; Cristo, con il Suo sangue, purifica le nostre coscienze: è il sangue della nuova Alleanza. San Pietro dice: Voi siete stati liberati con il Sangue prezioso di Cristo, e San Paolo afferma Giustificati con il Suo Sangue, siete salvati per la vita eterna. Il peccato ci allontana da Dio. Come può accettarci Dio se siamo così miseri? Proseguendo, Don Giuliana ha posto l'accento su Simona, fondatrice della Comunità Primavera. Nella normalità, ha detto Don Pino, Simona ha avuto una marcia in più: quella costituita dall'amore per Gesù, per i fratelli, per i poveri, per i miseri. La sua vita è stata giocata tutta per Cristo. I giovani oggi sono capaci di giocarsi tutto per Gesù? Il Rinnovamento deve essere profezia di Santità. Simona ha fatto tutto con serietà, umiltà, ed ha saputo intessere veri legami di amicizia. Simona ha accettato la sofferenza, seppure molti avessero pregato per la sua guarigione. La sua donazione fu gioiosa e totale: due anni di grande sofferenza che, come olio, ha alimentato la sua fedeltà. Anche Gesù ha pregato perché il Padre gli togliesse il calice, ma non è stato così. E' proprio perché Gesù ha accettato quel calice che noi abbiamo la salvezza. Simona è diventata come combustibile, legna che arde e illumina le nostre vite. Simona chiamava la croce l'ascensore per il Paradiso. Dopo l'intervento di Don Pino alcune persone, in rappresentanza dell'assemblea, sono state invitate ad accostarsi all'altare, dove il Sacerdote, tenendo stretto tra le mani il Crocefisso, lo porgeva loro.

Pino

Sono stati attimi molto toccanti e significativi, nei quali lo Spirito Santo ha agito con potenza. Molte lacrime di commozione e gioia tra i presenti. Altro momento intenso è stato quello in cui il Sacerdote ha portato tra i presenti il Crocefisso: ognuno ha voluto accarezzare e adorare il Re dei Re che è sempre vivo e presente in mezzo a noi. Al termine, Don Pino ha poggiato per terra, davanti all'altare, il Crocefisso che teneva in mano e si è prostrato anche lui in segno di umiltà. Tutti i partecipanti si sono uniti idealmente al suo gesto, in adorazione davanti a Colui che, con il Suo Sangue, ci ha preparati per la salvezza eterna. Il Convegno è proseguito con la Santa Messa che ha sintetizzato il desiderio di tutti di ringraziare il Signore per il tempo trascorso insieme con Lui, dove Egli, nella Sua Parola, si è lasciato spezzare per noi, perché potessimo nutrirci alla vera fonte della salvezza e pregustare, così, la gioia – ancorché non perfetta - del vivere alla Sua presenza ed in comunione con Lui. Ad officiare la Celebrazione Eucaristica è stato Don Pino Giuliana che, durante l'omelia, si è soffermato sul brano evangelico relativo alle nozze di Cana. Durante una festa di nozze a cui erano invitati Maria, Gesù e i suoi discepoli, è venuto a mancare il vino e la festa rischiava il fallimento totale. Maria, Colei che è stata scelta dal Signore, in quel giorno giocò il suo ruolo, non con un'opera umana, ma dello Spirito Santo. Il ruolo della Madonna è fare sempre quello che Gesù dice. La nostra società ha un vuoto nel cuore: manca il vino della gioia, della sincerità... E quel vino di Cana è la prefigurazione del Sangue di Gesù. Perciò facciamo anche noi quello che Gesù ci dice.

Celebrazione

Il ruolo di Maria, ha poi concluso Don Pino, non può essere un ruolo emozionale, e la nostra devozione non si può fermare al sentimento, deve andare oltre. Se noi guardassimo la delicatezza che traspare dalle parole di Maria, e la ponessimo a raffronto con la società dei nostri giorni, ci accorgeremmo che stiamo creando una società povera di sentimenti, quei sentimenti che non esitiamo a spargere ai quattro venti, ma che poi non viviamo.

Il Convegno ha avuto termine e in questa meravigliosa giornata ha sovrabbondato la Grazia, i cuori dei convenuti sono stati ricolmati di Spirito Santo; incontenibile la gioia che si intravedeva nei volti raggianti dei presenti.

L'Incontro di Preghiera Settimanale

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