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Dall'Altissimo viene la guarigione

Convegno di Lode ed Evangelizzazione del 29 Marzo 2009

Il 29 Marzo 2009, puntuali, si sono ritrovati i gruppi della Comunità Primavera per approfondire l'itinerario quaresimale e meditare sul tema Dall'Altissimo viene la guarigione, tratto dal Siracide 38,2. Si sono intercalati nelle relazioni il Responsabile della Comunità Giuliano Monaco, Padre Elias Vella, predicatore della Diocesi di Malta ed il Consigliere Spirituale della Comunità Padre Ignazio Melis.

Sin dalle prime ore del mattino si è percepita tra i convenuti la gioia e l'armonia dello Spirito Santo che ha predisposto i cuori all'ascolto della Parola di Dio e all'accoglienza della Sua grande misericordia.

Dopo una intensa preghiera di lode intercalata dai canti, è stata data la parola a Giuliano che, in modo coinvolgente ed efficace, ha sviluppato una relazione sul tema Effatà, apriti! (Mc 7,31-37). E' vero che dall'Altissimo viene la guarigione, ha esordito Giuliano. Pensando alla parola Effatà, usata da Gesù in occasione della guarigione del sordomuto, ci rendiamo conto di quanto la fede dipenda dall'ascolto della Parola di Dio. La sordità può essere un male, ma per altri versi è un bene. Perché è un bene? Quando qualcuno ci propone canzoni oscene, linguaggi volgari, quando ci disprezzano o ci spingono ad allontanarci dalla fede, dovremmo imparare dal Salmo 38: Io, come un sordo, non ascolto e come un muto non apro la bocca.

giuliano

Quanti mali si eviterebbero in famiglia, nelle Chiese, nelle Comunità, se non ascoltassimo le cose non buone! Ecco che, in questo caso, la sordità non diventa un male ma un vantaggio, una difesa per la mente e per il cuore. Noi abbiamo la possibilità di scegliere chi o che cosa non ascoltare oppure che cosa o chi ascoltare. Se il cristiano ascoltasse Dio, saprebbe fare cose giuste. San Paolo dice che la fede dipende dall'ascolto della predicazione (Rm 10,17). Non c'è fede possibile senza questo ascolto profondo del cuore. Chi ascolta con attenzione e docilità interiore la Parola di Dio non può restare indifferente, non può rimanere uguale a come era prima, senza modificare nulla nella sua vita. La sordità alla Parola di Dio rende le persone dal cuore duro, arido, gelido, predisposto al peccato. L'efficacia della Parola di Dio dipende dal nostro ascoltare, dal nostro accogliere. La fede nasce e cresce udendo la Parola. Ancora, in Marco 4,23 Gesù ci dice: Se uno ha orecchi per intendere, intenda! Questo significa chi ha orecchi per udire, ascolti, percepisca e comprenda. La stessa Parola di Dio è guarigione e vita! Concludendo, Giuliano ha pronunciato a gran voce Effatà! Effatà! Aprite, apriamo le orecchie, Comunità Primavera, Rinnovamento tutto, all'ascolto di quanto il Padre dei Cieli voglia dal Movimento e da noi cristiani!

Al termine delle parole di Giuliano, la Corale, con i suoi canti, ha fatto emergere nell'assemblea convenuta un profondo atteggiamento di docilità interiore alla grazia di Dio.

Padre Elias Vella, con la sua nota semplicità e profondità, ha saputo catturare l'attenzione dei presenti. Quando si sente la parola guarigione, ha fatto notare Padre Elias, la gente accorre numerosa perché molti ne hanno bisogno, la chiedono con insistenza e questo consente loro di incontrare Gesù che guarisce. La Sua Parola ci invita, infatti, ad insistere nella richiesta, non perché non venga subito ascoltata, ma perché è gradito al Signore il nostro fedele rivolgerci a Lui con serena perseveranza. La prospettiva è quella di camminare, come primo passo, per incontrare Gesù Maestro, il Rabbì, così come fece Nicodemo che Gli chiese: Maestro, dimmi cosa debbo fare. Spesso la nostra crescita spirituale non procede, resta ferma per anni proprio perché dobbiamo imparare ad ascoltare Dio per continuare il nostro cammino.

elia

Infatti, dopo aver incontrato Gesù Maestro, dobbiamo proseguire col secondo passaggio, sino ad incontrare Gesù Amico, e capire la differenza tra le preghiere e la preghiera. Pregare non è solo dire tante parole ma vivere il piacere di stare insieme, la gioia dell'incontro con l'Amato, così come succede tra fidanzati, quando ciò che conta è solo il tempo che si può condividere. Questo è il terzo tipo di incontro con il Signore, ma dobbiamo ancora incontrare il Dio della Vita, Colui che ci dona la Sua identità. Lui è la Vita ed è la vita per me, è il Signore dei miei successi, il Signore dei miei fallimenti. La guarigione completa si ha quando riesco ad avvicinarmi al disegno che Dio ha per me.

E' importante porsi una domanda, ha proseguito Padre Elias, che può essere scioccante: la fede di colui che deve essere guarito è veramente necessaria? Vedendo la fede di tutta una comunità, Gesù può guarire altre persone. Gesù non è rinchiuso in un criterio, Lui è aperto ad ogni situazione: alla nostra fede, alla fede degli altri. Io credo, ha sostenuto Padre Vella, che Dio mi ama e, perciò, mi darà il massimo Amore, sia che mi guarisca sia che non mi guarisca. E' questa la fede che io devo avere: non nella guarigione, ma in Gesù. La fede è affidarmi completamente nelle Sue mani. La vera guarigione non si ha quando il problema sparisce, ma quando si è capaci di affrontarlo senza disperazione e senza che esso mi schiacci. La guarigione più grande avviene quando accogliamo Gesù nella nostra vita, quando accettiamo Colui che è Via, Verità e Vita, quando sperimentiamo che abbiamo un Dio che ci ama personalmente e si interessa anche ai dettagli della nostra vita.

E' fondamentale chiedere al Signore la forza dello Spirito Santo nella nostra vita. Lui sa che spesso la croce è troppo pesante e, per questo, ci dona lo Spirito Santo per portare la croce con noi, infatti tutta la nostra buona volontà non è sufficiente. Quando noi chiediamo di essere guariti, dobbiamo chiedere che sia fatta la volontà di Dio perché, in tal modo, Gli permettiamo di guarirci in modo diverso. Per alcuni può trattarsi di una guarigione fisica, per altri della capacità di dare una testimonianza sul come si affronta la sofferenza. Dobbiamo essere capaci di guardare la guarigione in modo completo, non solo come evento miracoloso, riconoscendo che questo piano, diverso per ognuno di noi, è un piano di amore, ed è il più bello che Dio può avere per un Suo figlio, anche se noi vorremmo altro. Ed allora, con gioia, ringraziamo il Signore per il bene che trarrà anche dalle circostanze dolorose.

E' stata poi data la parola a Padre Ignazio Melis, Cappuccino, che si è soffermato sul tema Dalle Sue piaghe siamo stati guariti (1Pt 2, 20-25). Pietro, nella sua lettera, - ha esordito Padre Ignazio - esorta i battezzati ad essere perseveranti nella fede e sempre orientati a Cristo. Egli vuole renderli radicati nella fede e rammenta ai cristiani il sacrificio di Gesù e le sue sofferenze, per spronarli a seguire il suo esempio, insistendo sulla vittoria di Cristo che si estende a tutto l'universo e alla quale neppure la morte può opporsi. "Sopportate con pazienza le sofferenze continuando a fare il Bene", ci dice il Signore, mentre noi siamo portati a sfuggire la sofferenza.

ignazio

Spesso, la nostra ricerca umana della felicità produce un accumulo di sofferenze per noi e per l'umanità e, magari, osiamo addossare a Dio le conseguenze delle nostre scelte. Siamo noi, cioè, che chiudiamo la porta all'Amore di Dio, facendo scelte egoistiche. Come si può uscire da questa spirale? Se il nostro comportamento non basta a sradicare il male, occorre un po' più di amore, superando la logica del bene – premio e del male – castigo. Dobbiamo "portare" la croce con amore e non sopportarla. Come sempre, Dio non obbliga, Dio propone, Dio chiama: è vocazione di ogni uomo prendere la croce sopra di sé. Seguiamo la croce perché è l'esemplificazione del grande Amore di Dio per noi, ha esortato Padre Ignazio, e impegniamoci a seguire Gesù, esempio di mitezza e di innocenza che risponde al martirio nell'amore e nell'abbandono al Padre. Questo è il volto di Gesù che contemplavano i primi cristiani. Il patire di Cristo è per tutti noi e si porta dentro un'esplosiva novità: la Resurrezione, cioè una tomba vuota, un vuoto che parla più di qualunque parola. Questa è la speranza dell'uomo: la vita oltre la morte!

Nel pomeriggio, dopo la fiduciosa recita del Santo Rosario, è intervenuto Padre Elias il quale, dopo aver ribadito che la finalità di ogni guarigione è incontrare Gesù nella nostra vita, ha evidenziato alcuni aspetti che caratterizzano la guarigione nella sua completezza: quello fisico, psichico e spirituale, il risanamento dell'albero genealogico e la battaglia contro il diavolo.

preghiera

Gesù, ci vuole rendere completi, Egli non è venuto per salvare solo l'anima, ma per salvare tutto l'uomo. Lui vuole anche la nostra guarigione fisica. Seppure dobbiamo curarci con tutti i mezzi naturali che Dio ci mette a disposizione, con i limiti che la stessa medicina ha, non dobbiamo mai avere paura di metterci davanti al Signore per chiederGli la guarigione: per Lui non ci sono cose piccole o cose grandi. Talvolta, abbiamo bisogno della guarigione psichica e Gesù ci dice: "venite a me, voi che siete affaticati, che avete paura, che pensate di essere inferiori agli altri, che pensate che gli altri non vi stimino, venite da me, ed io vi ristorerò...", perché Lui si interessa a tutte le ferite che ancora portiamo nella nostra anima. Gesù vuole guarirci anche spiritualmente e qui non si tratta del semplice perdono dei peccati. Infatti, quando il nostro peccato viene perdonato, non è detto che siamo anche guariti.

La guarigione spirituale è un'altra cosa: vuol dire andare a trovare la radice del nostro comportamento. Si consideri che, ogni nostro peccato, è solo la punta dell'iceberg, cioè si rende visibile solo un ottavo del fenomeno, mentre i restanti sette ottavi, non si vedono. Siamo altresì chiamati a guarire dalla predisposizione al peccato. Inoltre, più noi camminiamo verso il Signore, più siamo tentati. E' una battaglia della quale, però, non dobbiamo avere nessuna paura una volta che siamo protetti dai Sacramenti, dal Rosario ecc. E' sufficiente che usiamo le armi che la Chiesa ci dona. Gesù, vuole guarirci completamente, e siamo qui perché ci riconosciamo tutti malati e crediamo che Lui, Gesù il Signore, possa guarirci.

santissimo

La giornata si è conclusa con la Celebrazione Eucaristica presieduta da Padre Elias e col passaggio del Santissimo tra l'assemblea. Lo stesso Gesù che duemila anni fa percorreva le strade della Palestina, si è lasciato incontrare da ciascuno dei presenti che, con grande commozione, gli hanno presentato ogni problema, affidandosi totalmente alla Sua volontà d'Amore.

L'Incontro di Preghiera Settimanale