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Dovete rinascere dall'alto

Convegno di Lode ed Evangelizzazione del 18 Maggio 2008

Domenica 18 Maggio 2008 si è svolto a Cagliari il Convegno della Comunità Primavera del Rinnovamento Carismatico Cattolico, sul tema Dovete rinascere dall'alto (Giovanni 3,7). In un clima festoso di fraterna accoglienza e condivisione, con gli animi arricchiti dalla preghiera comunitaria, dalle invocazioni allo Spirito Santo e dai canti gioiosi, l'assemblea si è aperta all'ascolto e alla meditazione della Parola. La prima catechesi sul tema della giornata è stata offerta da Giuliano Monaco, Guida della Comunità che, con immagini molto efficaci, ha reso attuale il discorso tra Gesù e Nicodemo, sottolineando come il nostro atteggiamento nell'avvicinarci a Gesù determini poi, di fatto, l'accoglienza o meno della Sua salvezza. Ecco alcuni passaggi significativi del suo intervento: Nicodemo, fariseo, capo dei Giudei, senza spogliarsi della sua carica, nel segreto e nel nascondimento della notte, cerca Gesù per confrontarsi e, forse, scoprire i segreti di quella fama, di quei prodigi che Egli compie e competere con Lui. Si propone con la razionalità del suo sapere, ma incapace di aprirsi allo Spirito, mentre Gesù offre esclusivamente una risposta spirituale: Rinascere dall'alto! Purtroppo, tale invito entra in contrasto con la via terrena di Nicodemo, che non gli consente di capire l'intrinseco Alto invito e quindi sceglie la via della chiusura e della perdizione. Ma Gesù rispetta la sua libera scelta e non si permette di violarla.

Quella fatta a Nicodemo è la proposta rinnovata ad ogni credente di oggi: accogliere Gesù con una autentica conversione di cuore e purezza di intenti. Sei pronto a rinascere? E' l'interrogativo fondamentale che ci dobbiamo porre. Gesù ci invita a capovolgere la nostra logica allontanandoci da ciò che nasce dal basso per mettere al centro ciò che nasce dall'Alto, poiché è eterno e non ha confini.

Opposta è la figura della Samaritana che incontra Gesù di giorno, nella luce, pronta a dare l'acqua che Gesù le aveva chiesto, pronta ad entrare nella Sua logica, pronta a rinascere dall'alto e ottenere la vita eterna grazie all'Acqua Viva che Gesù le darà. Con la Samaritana - ha proseguito Giuliano - il discorso si apre, mentre con Nicodemo si chiude. Di fronte alla scelta di Nicodemo Dio tuona: Io ho la potenza dei cieli e di ogni cosa!, sollecitandoci, così, a far morire la vecchia persona che è in noi. Infatti, il Regno di Dio è in noi ma, accecati come siamo dal vuoto e dalla negatività del mondo di oggi, non riusciamo più a vederLo. Il male che dilaga nel mondo riesce ad annientare il Divino che è in noi. Ma Gesù ci dice: Voi siete nel mondo ma non siete del mondo. Fate rinascere l'uomo vecchio dall'Alto e percorrete le vie del Cielo! La figura di Nicodemo rappresenta perfettamente i meccanismi odierni della nostra fede, tesa solo ad un soddisfacimento di tipo utilitaristico dei nostri bisogni, vissuta nel nascondimento e nella vergogna di esternarci quali cristiani, priva di un impegno sincero. Rinascere dall'Alto vuol dire diventare semplici come dei bambini, accogliere lo Spirito Santo dentro di noi, non per una Sua breve visita ma per sempre, così sarà possibile che da un informe masso di pietra grezza, grazie alla sapiente opera portata dallo scalpello dello Spirito Santo, emerga la bellissima forma scultorea Michelangiolesca dell'Angelo che è in noi. L'esortazione finale di Giuliano è stata quella di accogliere Gesù con un'autentica conversione che ci consenta di diventare creature nuove!

E' intervenuto poi l'altro ospite e Relatore, l'Archimandrita Mons. Siarghiej Gajek, Dottore in Scienze Ecclesiastiche Orientali, Visitatore Apostolico Ad nutum Sanctae Sedis per la Chiesa Greco-Cattolica della Bielorussia, membro della Catholic Fraternity. Egli ha accolto l'assemblea riunita con la recita di una preghiera della tradizione Bizantina al fine di preparare i cuori all'ascolto della Parola. Nel porgere i suoi saluti gioiosi per lo stare insieme e nel citare il Tema del Raduno, ha condotto l'attenzione dei presenti sulla necessità di una vita nuova, grazie alla presenza dello Spirito Santo, proprio nella settimana successiva alla Sua festa, quando si celebra la Solennità della Santissima Trinità. Analizzando il tema proposto, Rinascere dall'Alto, risulta evidente che non si tratta solo di un invito ma di una chiamata proveniente dal nostro Battesimo, dono vitale scelto per noi in modo gratuito e che oggi, con piena coscienza, dovremmo vivere con gratitudine e responsabilità. La Festa della Santissima Trinità è un complemento della Santa Pasqua, con la quale forma un trittico e, al cui centro, sta l'Eucarestia. Mons. Gajek ha fatto osservare che gli Ortodossi celebrano la Pentecoste e la Santissima Trinità nello stesso giorno, che diventa anche la festa di Tutti i Santi, in quanto considerano la santità come il primo dono dello Spirito Santo, dono concreto che si rende visibile nella universale chiamata alla santità alla quale molti hanno risposto in modo fruttuoso.

Mons. Gajek, commentando il versetto della Prima Lettera di Pietro (3,15), si è soffermato sull'importanza della chiamata e della vocazione personale. Rinascendo dall'alto siamo chiamati ad una scelta di santità, realtà che, in parte, è già visibile nella Chiesa universale, icona della SS. Trinità. Dio, mandando Suo Figlio Gesù e lo Spirito Santo, chiama tutti alla santità. Purtroppo, il comportamento sregolato di molti cristiani di oggi, ha disgustato e allontanato dalla Chiesa molti che, disorientati, vagano senza meta spingendosi sempre più oltre nella via della libertà e del peccato. E, per grazia di Dio, anche in questi nostri tempi così secolarizzati e radicati nel relativismo, tanti fratelli ancora rispondono in modo proficuo a questa chiamata nominativa, vivendo, secondo la volontà di Dio, una vita cristiana normale e quotidiana, come la Serva di Dio Simona Tronci, davanti alla quale mi onoro di essere, perché la sua risposta ci mostra che la vocazione alla santità ed alla testimonianza non è una cosa astratta. Il Relatore ha sottolineato come ai Martiri della Chiesa nascente, che davano la propria vita per la fede, oggi si aggiungano i martiri bianchi, coloro che, per tutta la vita e attraverso l'opera dello Spirito Santo, vivono nel mondo pronti a rendere ragione della speranza che è in loro. La chiamata per il cristiano di oggi è vivere la propria vocazione seguendo Cristo, il Maestro, vivendo la vita cristiana normale, dove normale non è sinonimo di ateismo, di relativismo, ma di vita secondo la norma, secondo le leggi di Dio. Ecco che, perciò, le famiglie, principale vocazione dei cristiani, cellule della Chiesa Universale, devono resistere agli attacchi che continuamente le vengono rivolti.

Al termine della mattinata abbiamo potuto assaporare la stupenda testimonianza di un Santo che, spesso, attira l'attenzione di tanti... un Santo giovane che ha saputo ricostruire una Chiesa in rovina, San Francesco d'Assisi. Abbiamo potuto ripercorrere la Sua vita in maniera originale e avvincente, attraverso una Rappresentazione Teatrale dal titolo Francesco di terra e di vento, proposta dalla Compagnia Teatrale Santa Lucia, il cui testo è di Umberto Zanoletti e la regia di Andrea Ibba Monni, anche protagonista nel ruolo di San Francesco. Durante le scene, splendidamente eseguite da alcuni giovani, tanta commozione trapelava dai volti dei presenti, seppure nella penombra della sala. Nel contesto del Convegno la testimonianza di vita di San Francesco d'Assisi è stata alquanto significativa: proprio Lui ha accettato di rinascere dall'alto ad opera dello Spirito Santo.

Nella seconda parte della sua meditazione Mons. Gajek, traendo spunto dalla 2 Pietro 1,10 cercate di rendere sempre più sicura la vostra vocazione e la vostra elezione, ha esortato i fedeli a riscoprire un maggior impegno nella pratica delle virtù cristiane, allenandosi come fa uno sportivo, diventando agonisti nella fede. Infatti, in parte questa elezione ci è stata donata gratuitamente con il Battesimo, ma poi ognuno deve coltivarla con l'Agon, dal greco lo sforzo, l'impegno che dobbiamo attuare per meritare la Salus, non solo salute corporale, ma bensì salvezza dell'anima, il sacrificio che ci permette di non perdere il gusto di Dio ma che, anzi, ci dia la forza per testimoniarLo con la sobrietà della vita, con i doni dello Spirito Santo.

La nostra Speranza deriva dalla coscienza della presenza di Gesù in mezzo a noi che ci deve rendere capaci di essere testimoni della nostra fede e, per far questo, basta accettare la realtà quotidiana. Nell'Enciclica Spes Salvi il Papa ci dice che la Speranza è l'attuazione della nostra fede ed è ciò che ci consente di affrontare le difficoltà come sfide. Infatti, è proprio nelle difficoltà che, rafforzati dalla lettura del Catechismo della Chiesa Cattolica che ribadisce le verità della Bibbia, non ci dobbiamo scoraggiare né lamentare, perché se siamo davvero animati dalla Speranza, sappiamo che le difficoltà sono solo un test per misurare la nostra fede. Ci è stato dato il dono della promesse che ci rendono partecipi della Gloria Divina, e noi dobbiamo aggiungere quelle qualità che ci consentono di farle fruttificare nel Signore. Per salire più in alto abbiamo la scala che San Pietro ci propone, i cui gradini sono costituiti dalla Fede, dalla Virtù, dalla Temperanza, dalla Pazienza, dalla Pietà, dall'Amore fraterno, dalla Carità. Essa ci indica come sia necessaria, affinché dai doni ricevuti possano discendere dei frutti, una certa dinamica della nostra fede attraverso l'Eucarestia.

Per il Cristiano il tempo non è solo cronologico, ma è pregnanza di Dio, Kairos, il tempo della presenza del Signore, il tempo dello Spirito Santo attraverso cui abbiamo il Cristo Risorto che vuole illuminare e rafforzare la nostra vita spirituale, l'attualizzazione del tema di partenza che ci fa rientrare nell'essenza Trinitaria e ci chiama ad essere icona della Chiesa e della Santissima Trinità. La vita spirituale è come l'acqua viva e noi dobbiamo avere il dinamismo, il coraggio di vivere la nostra chiamata cristiana dall'Alto, il coraggio di vivere irradiati nelle nostre radici. Mons. Gajek ha concluso ringraziando la Sardegna per l'impegno mostrato nell'accoglienza dei bambini bielorussi, ed ha invitato le famiglie sarde a donare loro non solo il cibo materiale, ma anche quello spirituale, facendoli accostare a Dio e alla Chiesa.

Il momento centrale della giornata è stato quello della Celebrazione Eucaristica, presieduta dall'Arcivescovo di Cagliari, S.E. Mons. Giuseppe Mani che, accolto gioiosamente da un'assemblea festante, ha manifestato la sua stima alla Comunità Primavera per il suo cammino e impegno profuso nella Chiesa. Nella Sua Omelia ha condotto l'assemblea a contemplare il mistero della SS. Trinità, perché da esso noi tutti siamo partiti e in esso torneremo. Prendendo spunto dalla Festa della SS. Trinità, ha espresso il Suo compiacimento per il fatto che la nostra Comunità prorpio in occasione di tale Solennità, volendo manifestare così l'essere icona della Famiglia di Dio! Ha poi posto l'interrogativo su quale idea noi avessimo di Dio.

Forse Lo immaginiamo come un vecchio o un saggio - ha affermato l'Arcivescovo - che ci attende e che, talvolta, ci manda un castigo, ma non è così. Dio non è distante, non ci guarda dall'alto attendendo la nostra caduta, per poi giudicarci: Dio è Famiglia di Tre Persone! E, per poter appena comprendere tale Mistero, può essere utilizzato l'esempio della famiglia umana, nella quale tutti hanno lo stesso cognome, ma ciascuno ha un diverso nome che lo identifica anche nelle specifiche funzioni. Così, per il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, solo il termine Dio ne indica il cognome. Il Padre crea, Gesù ci ha redenti e lo Spirito Santo viene mandato a santificarci. La Trinità è la Famiglia di Dio! Questa è la nostra vera Famiglia nella quale, in base ai nostri meriti potremo tornare, una Famiglia nella quale possiamo entrare sempre, attraverso la preghiera e l'abbandono filiale. Gesù ha aperto le porte di questa Famiglia e noi possiamo, in ogni momento, entrarne a far parte per trovare la pace, per riposarci, per sentire il profumo di casa!

Grazie alle Sue intense e profonde parole, ci siamo sentiti avvolti e circondati dal grande Amore Trinitario di Dio, che manifesta ogni Sua attenzione e cura per i Suoi figli tanto delicati, ma altrettanto preziosi ai Suoi occhi.

Al termine della Celebrazione, il Responsabile della Comunità ha ringraziato l'Arcivescovo Mons. G. Mani per essere stato, con la Sua gradita presenza e le Sue parole, motivo di gioia e di incoraggiamento per tutta la Comunità.

L'adorazione Eucaristica e il passaggio del Santissimo tra l'assemblea, condotti da Mons. Gajek, hanno permesso ai partecipanti di inabissarsi nella preghiera con intimo raccoglimento e gioia profonda, perché il Re dei Re si è chinato per curare le ferite di ciascuno e dare un nuovo slancio di fede e di amore. Il Convegno si è concluso con il rinnovo delle promesse matrimoniali. Questo particolare momento è stato guidato da P. Ignazio Melis, Cappuccino, Assistente Spirituale della Comunità, che ha invitato le coppie di sposi presenti in sala a rinnovare davanti a Dio il proprio impegno di amore nella famiglia e nella Chiesa.

L'Incontro di Preghiera Settimanale