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Se uno è in Cristo è una creatura nuova

Convegno di Lode ed Evangelizzazione del 16 maggio 2010

Domenica 16 Maggio 2010 la Comunità Primavera R.C.C. ha promosso una giornata di spiritualità per riflettere sul tema Se uno è in Cristo è una creatura nuova (2 Cor 5,17). La sera precedente, dopo i preparativi della sala, ci si è riuniti in preghiera per invocare la presenza dello Spirito Santo ed il Responsabile della Comunità, Giuliano Monaco, prendendo spunto dal brano della Lettera ai Galati 3,1-14, ha offerto una preziosa esortazione ai presenti affinché le difficoltà e gli ostacoli del vivere quotidiano non intralcino il cammino di crescita intrapreso. Così si è espresso: San Paolo usa delle parole forti nei confronti dei Galati, non va certo per il sottile, soprattutto quando dice O stolti... chi vi ha ammaliato?....

Preghiera

Questa domanda, che ciascuno può rivolgere a se stesso, rappresenta la potenza di Dio che passa attraverso la parola di San Paolo. Oggi il Signore chiede ad ognuno: Vivevi bene nei beni dello Spirito... Chi ti ha disorientato? Sei così privi di intelligenza che dopo aver cominciato nello Spirito, vuoi finire a vivere secondo la carne? Hai iniziato bene e ora preferisci indossare le sporcizie degli abiti dell'uomo vecchio? Vuoi buttare al vento ciò che hai imparato? Ha chiesto Giuliano senza attendere una risposta immediata. Lo stare nella Chiesa e nella Comunità ti custodisce, ti protegge e ti risana, lì ti senti al sicuro, mentre la società di oggi ci porta alla separazione da Cristo! L'attuale storia sociale incita alla libertà, ne è un clamoroso esempio la televisione che proclama l'inno alla libertà o, meglio, al libertinaggio. Tenete fisse nel cuore e nella mente tutte quelle esperienze che sono costate un caro prezzo, quello del sangue di Gesù: non deve essere sprecato, perché è stato versato per l'umanità. Attraverso la Parola di oggi il Signore ci ha fatto capire che dobbiamo restare fedeli. Spesso cerchiamo di giustificarci davanti agli uomini, o cerchiamo degli sconti; ma chi resta fedele si salverà. Se uno è in Cristo, diventa una creatura nuova! Ma siamo capaci di rimanere radicati in Cristo? La nostra vita spirituale è fatta di prove su prove. Il cammino spirituale non è una passeggiata! E' piuttosto una scalata verso la cima, passo dopo passo e, se il piede per fare un passo sulla roccia impiega dieci minuti, quando scivola basta un secondo per cadere.

Giuliano

Siamo in cammino secondo dopo secondo. Perciò, miei cari fratelli, ecco la mia preghiera e invocazione, che in una parola chiamerei: Spirito di coraggio! Coraggio, resistete alle insidie, siate costanti e uniti nella preghiera. La forza di tutti è nello stare insieme in preghiera senza arrenderci. A Lui sia la Gloria!

Tali parole di Giuliano hanno suscitato un rinnovato coraggio e preparato l'animo dei presenti ad accogliere con frutto quanto il Signore avrebbe compiuto l'indomani, attraverso le meditazioni Don Alejandro Festa, Responsabile della Comunità Gesù Amore, e Maria Ester Cruz.

La mattina della Domenica, Solennità dell'Ascensione di Nostro Signore, i convenuti sono stati accolti con gioiosi canti e inni di lode e adorazione, condotti dai fratelli del ministero dell'animazione e della corale. I cercatori di Dio da subito hanno respirato l'aria di festa, per la presenza dello Spirito Santo che ha predisposto i cuori di tutti all'ascolto della Parola. Il primo relatore è stato Don Alejandro che ha esordito con l'affermare che Dio ci dà ogni dono affinché il mondo creda e si converta, perché solo da Lui viene la salvezza e vuole che nessuno si perda. Tutti si possono salvare seguendo l'unico mediatore Gesù Cristo, venuto in mezzo a noi per portare il nuovo annuncio. In Isaia 55,6 leggiamo: Cercate il Signore mentre si fa trovare, invocatelo mentre è vicino. Ciò significa che è tempo di incontro con Dio e tutti gli uomini, se lo vogliono, hanno la possibilità di incontrarLo.

Alejandro

Oggi è tempo forte di evangelizzazione, di adorazione, e Dio ci sta chiamando a tornare a Lui perché avrà misericordia. Il nostro cammino di fede non deve essere altalenante e a tratti: Dio è Amore continuo e vuole che ci uniamo, cuore a cuore, con Lui. Dobbiamo vivere la vita da veri cristiani, con cuore retto e non attraverso gli slogans. In Rm 8,14 leggiamo: Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio. Ma è vero anche il contrario? Se qualcuno non ha lo Spirito di Dio, non Gli appartiene.

Quando S. Paolo scriveva queste parole, erano indirizzate a persone di una Comunità che, per fede, aveva scelto Cristo Gesù; non quindi a neonati battezzati, come avviene attualmente. Oggi vi sono tante persone battezzate, che non vogliono più sentire neppure parlare del cammino in Dio e, perciò, si allontanano dalla Chiesa e non Lo cercano più. Esse non riescono ad entrare nella dimensione spirituale perché sono sotto l'influsso della carne, che è fonte di peccato. Queste persone, molte volte, rimangono schiave del peccato e Satana le tiene imbrigliate. L'uomo naturale non comprende le cose dello Spirito di Dio, esse sono follia per lui e non è capace di intenderle. L'uomo lasciato alle sue forze, alle sue risorse, alla sua natura, non può capire le cose dello Spirito. Per uscire da questa situazione, che porta a morte eterna, dobbiamo fare il possibile di aderire alla chiamata di Dio, che è continua in noi, attraverso lo Spirito Santo; Lui ci ricorda ciò che è il giusto da fare: purificarsi, rinnovarsi, radicarsi in Cristo. In qualsiasi tempesta che possa coinvolgere la nostra vita, dobbiamo unirci a Lui, camminare con Lui, perché è il nostro vero e unico amico e confidente, che ci ama di un amore che non ha eguali. Come ci guida lo Spirito Santo? ha chiesto Don Alejandro. Solo attraverso la preghiera sappiamo come fare e, attraverso di essa entriamo in comunione con Dio: non possiamo conoscerLo, infatti, se non dialoghiamo ed entriamo in un rapporto d'amore con Lui. Dio, da parte Sua, agisce e, quando Gli chiediamo qualcosa secondo la Sua volontà, affidandoci a Lui con quella intimità che ci viene dallo Spirito Santo, otteniamo.

Dio ci parla in continuazione, soprattutto attraverso la Bibbia, che è Suo dono e Sua Parola e mediante la Chiesa. Se lo Spirito di Dio è con noi, non possiamo avere nessuna paura. Oggi il Signore ci chiama ad adorarLo e servirLo, perché solo Lui ci fa uscire dalle tenebre, dandoci la vera luce che risplende per l'eternità.

Ha preso la parola Maria Ester sul tema: Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo e appartiene a Dio? (1 Cor 6,18)

Il nostro corpo, creato da Lui, è tempio dello Spirito Santo. Oggi dilaga il culto del corpo materiale, e facciamo di tutto per tenerlo bene in forma. Certo, il nostro corpo va curato perché è dono di Dio, ma non possiamo dare importanza solo all'estetica, lasciando vuoto il nostro cuore. In questo modo non può abitarvi lo Spirito Santo, perché non gli lasciamo lo spazio affinché entri. Se il nostro corpo è tempio dello Spirito Santo, è bene che Lui risieda dentro il nostro cuore, e dobbiamo fare il possibile che non si allontani mai, dobbiamo rinunciare a noi stessi, farci piccoli, umili.

Ester

Anzi, poiché lo Spirito Santo abita nel nostro cuore, questo dobbiamo considerarlo luogo sacro, rispettarlo, amarlo, ma soprattutto lasciarci santificare in ogni momento da Colui che vive in noi. Noi tutti siamo figli di Dio, voluti e creati da Lui per amore e, riconoscenti per questo amore gratuito, Gli prepariamo il tempio che è il nostro cuore purificato. Solo allora Lui resterà in noi e metterà la Sua tenda dentro di noi e inizierà la nostra nuova vita: ecco la vera grazia! In quel momento formeremo una solo cosa in Lui e ameremo come Lui ci ha amati e ci ama.

Se siamo radicati in Cristo, lo si capisce non da ciò che diciamo, ma da quello che facciamo. Una persona può essere chiamata cristiana in forza dei Sacramenti ricevuti, ma se il suo cammino non progredisce giorno dopo giorno, ciò significa che non ha fatto il vero incontro con il Signore. Possiamo chiederci: come stiamo andando avanti nella nostra Santità? La santità è la vocazione di ogni cristiano a vivere la quotidianità con la presenza di Cristo. I Responsabili e i Pastorali delle Comunità devono adoperarsi affinché tutti i membri diventino santi.

Nel proseguire la sua relazione, Maria Ester ha posto l'accento sulla virtù della pazienza. Che cos'è la pazienza? E' accettare l'altro così come è, e non come siamo noi. Ognuno di noi è unico e irripetibile ed è amato da Dio individualmente. Senza la pazienza e col cuore pieno di rabbia, non siamo certamente tempio di Dio!

Alle ore 12,00 abbiamo avuto il piacere di collegarci via radio con piazza San Pietro in quanto, proprio in quel giorno, si sono dati appuntamento i diversi Movimenti per solidarizzare col Santo Padre e per esprimere tutta la riconoscenza per la grande prova a cui, con dignità e mitezza, sta facendo fronte in questi ultimi tempi. Tale incontro è stato patrocinato dal CNAL, organismo CEI che raggruppa oltre 70 sigle.

E la Comunità ha dichiarato, attraverso le parole dei nostri responsabili, i sinceri sentimenti di vicinanza. Ammiriamo e stimiamo Papa Benedetto XVI perché è Gesù Cristo al centro del Suo Ministero, della Sua proclamazione, dei Suoi discorsi, delle Sue omelie! Egli ci ricorda continuamente che la nostra fede è un incontro non con un'idea ma con Gesù Cristo.

Stimiamo e rispettiamo il Papa Benedetto perché adempie il ministero Petrino con profondità, chiarezza e con straordinario amore. La gente quando partecipa agli incontri con il Santo Padre sa di ricevere la parola di vita: loro ascoltano ed il loro cuore si riempie di speranza e di amore, e sente il bisogno di ritornare a San Pietro.

Un altro motivo di apprezzamento del nostro Papa è per la Sua disponibilità di ascolto e, al tempo stesso, per la Sua capacità di esprimere con chiarezza il pensiero di Dio. Lo Vogliamo ricordare quando, nell'omelia della Messa solenne di inizio del Suo ministero, il 24 Aprile 2005, disse: Il mio vero programma di governo è quello di non fare la mia volontà, di non perseguire mie idee, ma di mettermi in ascolto, con tutta quanta la Chiesa, della Parola e della volontà del Signore e lasciarmi guidare da Lui.

Non possiamo credere per un solo momento che il Santo Padre non sia guidato da Gesù, dal Suo Santo Spirito, sempre aperto a edificare la Chiesa; pronto al dialogo interreligioso e interculturale e all'ecumenismo. La Chiesa e i Movimenti sotto la guida dello Spirito Santo e del Santo Padre sono la luce per il mondo.

papa

Al Santo Padre, Papa Benedetto XVI auguriamo che il Signore continui a benedirlo nel Suo ministero Petrino, a preservarLo e a proteggerLo.

A gran voce diciamo insieme: Siamo con il Papa!

E' risuonato nella sala un forte applauso ed un urlo di gioia: Viva il Papa!

In quel momento ci siamo sentiti profondamente uniti in preghiera al Santo Padre Benedetto XVI e alla Chiesa universale ed abbiamo avuto la sensazione di essere in mezzo ai tanti fedeli che gremivano la piazza.

Di seguito è intervenuto Don Alejandro sul tema della giornata ed ha catturato l'attenzione dei presenti quando ha affermato che ciò che oggi colpisce è la santità nella vita ordinaria e la santità di vita diviene concretezza nell'essere radicati in Cristo Gesù. Radicati significa avere un punto molto profondo da cui attingere e noi vogliamo attingere dal profondo. Questa linfa viene dallo Spirito Santo che è azione, è movimento, è spinta in avanti. Perciò camminiamo senza voltarci indietro, verso la Gloria di Dio, ha esortato Don Alejandro.

Assemblea

Come cristiani siamo chiamati ad essere radicati in Cristo e, perciò, dovremmo essere consapevoli di essere piantati in Lui e di essere nella Sua grazia, perché Dio ci ha dato il Suo Spirito. Certamente noi possiamo solo aderire a tale dono con la nostra volontà, perché non valgono gli sforzi umani per conquistarlo.

L'antico serpente, l'ingannatore, è sempre pronto, attraverso i suoi metodi astuti e ambigui a farci allontanare dalla grazia di Dio per condurci al male e privarci del Paradiso. Se però siamo radicati in Cristo, ci riappropriamo della grazia ricevuta nel Battesimo e Satana rimane sconfitto. Gesù, morendo sulla Croce – ha proseguito Don Alejandro – ci ha resi tutti creature nuove e ci ha aperto le porte del Paradiso. Nel diventare creature nuove siamo rivestiti di Cristo e capaci di vedere le situazioni nuove senza lasciarci travolgere, perché mettiamo tutta la nostra fiducia in Colui che opera tutto in tutti. Infatti, chiunque è stato rigenerato da Dio rifiuta il peccato perché il germe divino rimane in lui.

Successivamente Maria Ester Cruz si è soffermata sul tema Attingete forza nel Signore e nel vigore della Sua potenza (Ef 6,10).

Non è l'apparenza che fa il santo, ma il modo di comportarsi e, se Cristo è in noi, il frutto deve essere l'amore. Se mettessimo veramente in pratica ciò che San Paolo indica nell'Inno alla carità saremmo tutti beati e santi. Oggi assistiamo sempre di più alla mancanza di coerenza tra la fede e la vita. Se i giovani non vanno in Chiesa è perché noi adulti e, in modo particolare le famiglie, stiamo trasmettendo una immagine distante da Dio. Se il nostro comportamento peggiora, se siamo sempre tristi, se dalla Santa Messa torniamo a casa senza la vera luce nei nostri occhi, nel nostro volto, per la gioia di aver ricevuto Gesù, cosa possono pensare i nostri figli? Dobbiamo essere coerenti con la fede che ci è stata data con i Sacramenti, dare vera testimonianza di fede in Dio. Solo allora i nostri figli potranno vederci con occhi diversi. Molte persone, anziché attingere forza dal Signore, sono alla continua ricerca di riconoscimenti, titoli, fama, successo e, in modo particolare, della bellezza fisica.

Maria Ester ha posto un interrogativo coinvolgente: Vogliamo essere di Dio o del mondo? Le cose del mondo portano alla morte, mentre Dio porta alla vita eterna. Anche se non siamo tanto belli, per Dio conta ciò che siamo per Lui e la nostra trasformazione ad immagine del Suo Figlio Gesù: allora avremo i veri titoli che contano e la forza di consegnarci completamente a Lui.

Pietro, dopo aver pescato tutta la notte, seppe rinunciare alla sua bravura di pescatore e, su indicazione di Gesù gettò di nuovo le reti ed il pescato fu sovrabbondante (Gv 21,4-6); così, anche noi, quando riusciremo a rinunciare alle nostre capacità e con fiducia sapremo metterle nelle Sue mani, allora vedremo frutti in sovrabbondanza. Questo significa che non vivremo più in noi, ma in Cristo che ci da la forza. Maria Ester ha esortato i convenuti ad arrendersi al Signore con docilità per essere Suoi strumenti e poter dire come Maria: Sia fatto secondo la Tua Parola, e così ha concluso il suo intervento: Quando pensiamo di non farcela più e ci sembra che la nostra vita non abbia più senso, ricordiamo che viviamo in Dio e da Lui possiamo attingere la nostra forza: in quel momento Dio farà di noi una nuova meraviglia.

Don Alejandro ha presieduto la Celebrazione Eucaristica e, nella sua coinvolgente Omelia, ha evidenziato che il Signore, ascendendo al cielo, ha benedetto i Suoi discepoli. Anche oggi il Signore, che continua a benedirci, non ci dice che con oggi è finito tutto. I frutti della Parola ascoltata oggi non diventino putrefazione o dissolvimento. Oggi il Signore non può averci dato solo l'entusiasmo, ma ciò che Gesù ha operato in noi sia tutto da raccontare, da portare ai nostri fratelli che non conoscono ancora Gesù.

Celebrazione

Il Signore vuole usarci, ma molti dicono: No, non mi interessa, non ne ho voglia, non ce la faccio. Gesù ci invita ad affidarci a Lui, perché ogni ostacolo sarà superato. La realtà è che quelli che danno il sapore alla storia sono i cristiani e, perciò, siate sale della terra e luce del mondo, illuminati dallo Spirito Santo. Ci sono due modi di guardare il cielo: il primo con stupore e il secondo cercando il cielo per raggiungere le cose del cielo. Il nostro compito è desiderare di abitare nel cielo, dopo aver lavorato per la Patria celeste. Non chiudiamo la porta il giorno dopo il Convegno, perché Gesù ci dice: Ascoltate le mie parole e mettetele in pratica.

Don Alejandro ha poi sottolineato che abbiamo bisogno della Comunità, perché in essa si condividono gioie e dolori con i fratelli. La Comunità ci aiuta affinché la nostra vita sia veramente radicata in Cristo. Gesù dice agli Apostoli: Andate a Gerusalemme, è lì che riceverete il dono dello Spirito Santo, lì c'è il cenacolo, lì dobbiamo afferrarci alla Comunità.

Momento toccante e significativo è stata l'Adorazione Eucaristica. Gesù era lì, in quel momento, vivo; quell'Ostia consacrata ci ha portato nella profondità dell'ultima cena, dove Gesù, in quell'atto di consacrazione del pane, ha distribuito agli Apostoli se stesso. Siamo stati davanti a Lui in ginocchio, Gli abbiamo parlato, Gli abbiamo chiesto tante cose. Lui ci ha risposto con il Suo amore che si è fatto dono di vita; ci ha sfamato e dissetato.

Assemblea

Guardando quell'Ostia abbiamo intravisto la luce del Suo volto: ci ha trasmesso serenità, gioia, pace, ci ha parlato con una voce quasi sussurrata, soave, quasi una melodia che è penetrata dritta all'anima, e non ci siamo quasi accorti del tempo trascorso in adorazione di Lui, nostra Salvezza.

Dopo l'Adorazione di Gesù Eucarestia, il Sacerdote ha portato solennemente l'Ostensorio attraverso i settori della sala. L'uomo di Galilea è passato per risanare, con il Suo balsamo d'amore. Occhi lucidi, commozione, richieste e suppliche da parte dei convenuti.

Gesù guarisce tutti, Lui ci conosce singolarmente e ci ama infinitamente e chi ha chiesto con fede è stato esaudito, perché Lui non abbandona mai nessuno.

In un clima di grande festa e tra canti di gioia è volto al termine il Convegno regionale. I partecipanti hanno lasciato la sala arricchiti da un nuovo slancio per vivere il quotidiano da creature nuove radicate in Cristo.

L'Incontro di Preghiera Settimanale

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