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Fate quello che Lui vi dirà

Convegno di Lode ed Evangelizzazione del 9 Dicembre 2007

Singolare omaggio è stato tributato dalla Comunità Primavera a Maria, con la celebrazione di un Convegno svolto Domenica 9 dicembre 2007, in prossimità dell'anniversario della proclamazione del dogma dell'Immacolata Concezione. Particolarmente significativo il tema dedicato al ruolo di Maria di Nazaret nel progetto di redenzione del genere umano: Fate quello che Lui vi dirà (Giovanni 2,5).

Per condurre le meditazioni sono stati invitati i relatori Padre Carlo Colonna, teologo Gesuita e Kalambay Musangu, ingegnere sposato e padre di una figlia che, oltre al lavoro e alla famiglia, dedica il suo tempo all'evangelizzazione. Il Convegno ha avuto inizio con una lode intensa guidata dai fratelli dell'animazione, intercalata da appropriati canti, nella quale i convenuti, invitati dallo Spirito Santo a questa giornata di festa, si sono predisposti ad ascoltare la Parola di Dio, sempre nuova ed efficace per chi la accoglie con docilità. E' stato invitato a prendere la parola P. Carlo Colonna che, ricollegandosi al tema generale della giornata, ha descritto l'episodio delle Nozze di Cana quando Gesù ordinò ai servi di riempire le sei giare per la purificazione dei giudei ed essi, riempitele fino all'orlo, Gli permisero di trasformare l'acqua in vino. Nel far notare alcune profondità simboliche che traspaiono dal testo di S. Giovanni, ha fornito una ricca interpretazione allegorica delle sei giare d'acqua che Gesù ha trasformato in vino, accostando ciascuna delle giare ad una giornata della creazione del mondo, così come ci viene proposta nel Libro della Genesi. Tutto ciò che esiste, ha affermato Padre Carlo, è stato fatto per la Sua Sposa che è la Chiesa. Il mistero ultimo della creazione è quello di fare l'uomo a Nostra immagine e somiglianza e, per arrivare a comprendere questo, la nostra anima deve rivestirsi di Cristo e di tutto ciò che è buono. Dio ha detto a ciascuno di noi: Eternamente ti ho pensato come mio Figlio Gesù Cristo.

Se imitiamo Maria, con il nostro diventiamo come Gesù. La creazione, però, a causa del peccato e della disobbedienza a Dio, è stata sottomessa alla corruzione, diventando schiava dell'iniquità a tutti i livelli e, così, la festa della creazione è fallita, come sarebbe potuta fallire la festa delle Nozze di Cana senza l'intervento di Gesù. Gesù ha ordinato che venissero presi questi sei giorni, simboleggiati dalle sei giare, affinché Lui potesse ricrearli e trasformarli in vita, facendo così risorgere tutta la creazione. Ecco perché, non solo dobbiamo conoscere e apprezzare Gesù, ma soprattutto, non farcelo rubare dal demonio: sarebbe la nostra condanna a non poter risorgere. Il vino rappresenta Cristo, l'acqua siamo noi che dobbiamo essere trasformati e conformati a Lui e alla Sua mentalità. Noi non sappiamo produrre il vino buono: solo Lui ci dona il vino della Vita vera. La grande crisi di oggi è determinata dal fatto che vogliamo vivere senza Dio, mettendo noi stessi al primo posto e sostituendoci a Lui: non ascoltiamo più il Signore, illudendoci di non avere più bisogno di Lui. Sicuramente abbiamo dimenticato, o non vogliamo credere, che Dio ci ha creati e che a Lui dobbiamo ritornare. Questo suggerisce che anche noi siamo invitati a rivedere il nostro modo di essere cristiani, perché fare ciò che dice Gesù significa andare contro la logica umana per seguire quella dello Spirito. Oggi lo Spirito Santo ci suggerisce di scegliere la Vita, ascoltando e mettendo in pratica i Suoi comandi, affinché il nostro cuore sia in comunione con Dio. P. Carlo ha evidenziato come Maria sia stata la prima a fare tutto ciò che il Padre Le ha detto; Lei ha capito che quanto Gesù chiede agli uomini sia un qualcosa di straordinario e, per questo, ci invita a seguire il Suo esempio. Maria ci suggerisce di crescere nella fede: non c'è altra via che ci possa condurre a Cristo e, quanto più cresciamo in essa, tanto più la luce di Cristo ci illumina. Dobbiamo impegnarci per avere una fede più matura e profonda. Tutte le volte in cui aderiamo alla volontà del Signore conseguiamo una vittoria: ogni nostro eccomi rappresenta una vittoria ad imitazione di Maria. L'immacolata Concezione, ha concluso Padre Colonna, è la festa della vittoria di Maria che, rinnovando il Suo a Dio, si è conservata pura.

Dopo alcuni canti di ringraziamento al Signore, per il messaggio così concreto e profondo di cui ha voluto farci dono attraverso Padre Carlo, è stato invitato a prendere la parola Kalì Musangu che, con una semplicità disarmante, ha saputo catturare l'attenzione e la simpatia di tutti i presenti. Nel commentare il tema se uno vuol essere il primo, sia l'ultimo e servo di tutti (Marco 9,35), ha ricordato che, durante l'ultima Cena, Gesù si alzò dal tavolo e, preso un asciugatoio, lavò i piedi dei Suoi apostoli. Il segno compiuto da Gesù è denso di significato: esprime la donazione di Se stesso sulla croce, Per noi significa far morire il nostro orgoglio, il nostro io, il nostro successo, cambiare e trasformare l'impostazione della vita per essere a servizio dei fratelli, senza distinzioni.

Gesù ha lavato i piedi anche a Giuda pur sapendo che Lo avrebbe tradito e lo ha amato tanto da sceglierlo come apostolo, per dargli la possibilità di salvarsi. Gesù guardava Giuda e Pietro, come del resto tutti gli altri apostoli, con gli occhi dello Spirito, ed è con quegli stessi occhi che anche noi dobbiamo guardare i nostri fratelli, nostra moglie o nostro marito, se vogliamo davvero mettere in pratica la Parola di Dio. Come Gesù nell'ultima cena ha lavato i piedi dei suoi discepoli, così oggi il Signore vuole insegnarci a lavare quelli dei nostri fratelli. Lavando i loro piedi riusciamo a liberarci da tutti i pensieri negativi e dal nostro io. Dio è buono...! ha ripetuto più volte Kalì. Prendete il cellulare dello Spirito Santo e componete il Suo numero verde: gli scatti non costano nulla, la chiamata è gratuita! Si tratta della Parola indicata in Geremia 33,3: leva a me il tuo grido e io ti risponderò. Dio è pronto ad ascoltare la nostra voce, invochiamoLo! Lasciate acceso, 24 ore su 24, il cellulare dello Spirito Santo, per sentire la voce di Dio che vi parla. Kalì ha osservato che, come Pietro non voleva che Gesù gli lavasse i piedi, così il nostro errore è spesso quello di chiudere la porta a Dio, a causa di tutti i nostri pensieri. Dio vuole lavarci dalle nostre ferite e donarci una vita nuova, ma spesso noi Gli siamo di ostacolo. E, allora, oggi non dobbiamo tornare alle nostre case senza esserci lasciati lavare i piedi da Gesù.

Kalì ha concluso il suo intervento esortando tutti a mettere in pratica la Parola di Dio per poter vincere l'orgoglio che è in noi, manifestato soprattutto nella nostra famiglia, dove meglio si vedono e si conoscono i difetti reciproci. La sessione pomeridiana del Convegno è iniziata con la recita del Santo Rosario, durante il quale ci siamo soffermati alla scuola di Maria e a Lei ci siamo affidati. Maria è presenza viva nel momento della gioia, è presenza operosa nel momento della necessità, dell'imprevisto, delle difficoltà. Se la tentazione è forte, qui c'è la nostra Madre; se la disillusione è dolorosa qui è vicina Maria; se la solitudine è insopportabile e l'incomprensione ci disorienta, vi è Maria, la grande Consolatrice, il rifugio sicuro, punto di riferimento e approdo. A questa preghiera fiduciosa ha fatto seguito l'intervento di Kalì, il quale ha commentato il tema: Non ti ho detto che se tu credi, vedrai la gloria di Dio? tratto dal Vangelo di Giovanni. Kalì ha esordito con una analisi del brano evangelico relativo alla resurrezione di Lazzaro (Giovanni 11,1-44) evidenziando l'importanza della fede affinché possa manifestarsi la Misericordia e la Potenza di Dio, Autore della vita. Si è detto sorpreso per l'incredulità di questo nostro mondo, sempre pronto a fidarsi di qualunque uomo ma, inspiegabilmente, non di Dio. Se ad esempio pensiamo a quando andiamo al ristorante, solitamente ci fidiamo ciecamente di ciò che ci viene portato da mangiare e non ci viene minimamente il dubbio che nel cibo possa esserci del veleno. Ma, se noi abbiamo fiducia nell'essere umano, ha affermato Kalì, ancor più dobbiamo averla in Dio, esercitando l'autorità di Cristo. La mia piccola esperienza, ha poi confessato Kalì, mi induce ad affermare che i battezzati che vivono la fede sono davvero pochi, basti pensare a quanti cristiani vanno in depressione per un nulla anziché aver fiducia nella potenza della Parola di Dio. Se, infatti, osserviamo il passo del Vangelo di Giovanni dove si parla della resurrezione di Lazzaro, notiamo che la guarigione e la liberazione sono opere della Parola di Dio nella quale si è avuto fiducia.

Notiamo che i parenti di Lazzaro, quando si rendono conto che il loro congiunto è gravemente malato, non chiamano i medici ma il Signore, mentre noi facciamo esattamente il contrario: cerchiamo il Signore soltanto quanto non c'è più nulla da fare. Ma se Dio ha creato il mio corpo, perché non potrebbe anche guarirlo? Ce lo siamo mai domandati? La nostra fede, purtroppo, non sposta le montagne! Deve essere distrutta la montagna che sta nel nostro cuore: quando noi ci liberiamo della paura, lo Spirito Santo opera in modo incredibile, perché Gesù non dice le bugie, la Sua Parola è Verità e Vita. Dio è grande! Dobbiamo imparare ad uscire dagli schemi umani, ha affermato ancora Kalì, per imparare a capire il linguaggio dello Spirito, ed in questo ci viene in soccorso lo stesso Gesù, il quale vuole togliere la pietra che chiude la nostra vita nel sepolcro e blocca il nostro contatto con Dio. Kalì ha poi voluto condividere con noi la testimonianza della sua vita. Sono originario del Congo, sin dall'infanzia amavo tanto il Signore e frequentavo la Messa tutti i giorni. Finito il Liceo, partii dal Congo perché ricevetti una borsa di studio per la Romania. In quel periodo non amavo la Chiesa a causa di un grosso scontro con certi suoi esponenti e l'ambiente della Romania, dove vigeva un regime totalitario ed i cristiani venivano perseguitati, mi era congeniale. Ma Dio è così buono e il Suo amore cambia, trasforma, guarisce e libera! Come mi convertii? In Romania, dove svolgevo un lavoro poco onesto, ebbi un incidente: caddi dal terzo piano e mi fratturai le gambe e il bacino senza speranze di poter camminare, a detta dei medici. Un giorno passarono in ospedale alcuni ragazzi rumeni, carismatici, i quali mi chiesero di poter pregare per la mia guarigione. Nonostante la mia incredulità, duemila persone formarono una catena di preghiera e di digiuno.

Dopo alcune settimane, sentii nel mio corpo una potenza che non era umana e cominciai a camminare. I medici, dopo accurati controlli e grande meraviglia, dovettero affermare che non sarei più rimasto paralizzato. In realtà il Signore mi guarì non solo fisicamente ma anche spiritualmente. Uscito dall'ospedale, andai a trovare il gruppo di preghiera che aveva pregato per me, e scoprii che era del Rinnovamento Carismatico. Lo frequentai promettendo a Dio di non fare più nulla di illegittimo e di annunciare la Sua Parola in ogni luogo. E' per questo che, da quando ho ricevuto l'effusione dello Spirito Santo, giro in tante città! Gesù mi ha dato la possibilità di vedere tante conversioni e guarigioni attraverso la mia predicazione. Dio è vivo! E' buono! Amen! Per questo abbiate sempre fede nella Sua Potenza. Kalì ha quindi concluso il suo intervento, esortando i presenti a collaborare con il Signore, ad osare nei confronti di Gesù, a fermarlo come ha fatto il cieco di Gerico e, come Gesù si è fermato per dargli la vista al cieco, così si fermerà anche per noi.

Durante la celebrazione Eucaristica, P. Carlo Colonna nella sua Omelia ha offerto preziosi spunti di commento alle letture proposte dalla Liturgia domenicale, dove viene presentata la figura del Battista che invita alla conversione. La parola conversione vuol dire trasformare la propria mentalità, per discernere ciò che piace a Cristo e accogliere il regno di Dio. Siamo chiamati a passare da una mentalità relativistica, tipica della società secolarizzata che ci vuole, nel campo della fede, liberi di pensare come vogliamo e di rimettere in discussione tutto. Il Signore parla, ma è sufficiente cambiare canale per trovare chi predica il contrario di quello che abbiamo appena sentito e scoprire uno scenario di appiattimento di questo mondo. Non si possono mettere insieme gli idoli e Dio, ma dobbiamo dire, rivolti al Signore, Credo in un solo Dio, affermando con la nostra vita che non c'è altra Verità.

Dobbiamo convertirci dalle nostre divisioni interne ed avere, gli uni verso gli altri, gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, e questo a tutti i livelli. Si tratta di una concezione molto diversa da quella del mondo odierno, dove non c'è più misericordia, né tolleranza. E il Signore, che non si limita a guardare impassibile lo scenario umano, pur sapendo certamente usare la tenerezza, in certi casi, soprattutto quando l'uomo si ribella e intende sostituirsi a Lui, usa la verga e la severità. E' necessario e urgente vivere sul serio la religione cristiana, senza utilizzare illusori surrogati che mettono a tacere la coscienza. Cristo sta per tornare e noi lo stiamo dimenticando sempre di più, ha affermato con forza P. Carlo. Dobbiamo difendere la serietà della fede, dei riti sacri, radicandoci nella Parola di Dio, salvezza per noi. anziché attaccarci al mondo ed accontentarci di un cristianesimo di minima, che non resiste più all'urto del tempo e alla pressione satanica. Ecco l'importanza della conversione, nella quale siamo chiamati a progredire, per poter conquistare altri fratelli a Gesù. Chiediamo al Signore che illumini le tenebre del nostro tempo.

Abbiamo esultato quando, durante l'Adorazione Eucaristica, è stato portato il Santissimo tra i vari settori della sala. Lacrime di gioia sui volti dei presenti, suppliche e, soprattutto, ringraziamenti per quanto Gesù ha operato in tutti. Tanti cuori affaticati e afflitti, rivolti a Gesù durante il Suo passaggio, sono stati risanati.

A conclusione del Convegno, sentiamo il desiderio di ringraziare il Signore per la ricchezza e la concretezza degli insegnamenti ricevuti. Abbiamo avuto l'opportunità di mettere in discussione tutta la nostra esistenza, forse ormai adagiata sulla culla di questo mondo, che tenta di anestetizzare soprattutto i credenti. In ciascuno dei presenti è risuonata con forza l'urgenza della conversione perché, come diceva il Celebrante, il regno di Dio è alle porte.

Lodiamo il Signore per quanto ha voluto donarci e Gli chiediamo la grazia di saper leggere i segni dei tempi ma, soprattutto, la forza per poter proseguire il nostro combattimento spirituale.

E poiché la nostra vita di fede non deve limitarsi all'attività svolta tra le pareti della sala del Convegno, crediamo che ciascuno di noi debba impegnarsi affinché il ritorno di Cristo ci trovi testimoni operosi, dediti a custodire e difendere la Sua Parola dall'opera dei predatori.

L'Incontro di Preghiera Settimanale

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